I suoi sentieri non sono i nostri

III Domenica di Avvento - Anno A - 2016

In questa terza domenica di Avvento, facciamo nostri gli interrogativi di Giovanni il Battista, per lasciarci sorprendere, come lui, dalla novità di Gesù e del vangelo della misericordia.

Chissà quante volte nelle lunghe giornate di solitudine nel deserto Giovanni avrà meditato il profeta Isaia: «Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. Dite agli smarriti di cuore: "Coraggio, non temete! Ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi"».

Terminato finalmente il tempo dell'attesa, egli aveva gridato con tutto il suo vigore: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!»; tenetevi pronti, perché sta finalmente arrivando la scure che eliminerà alla radice le "vipere" come i farisei e i corrotti come Erode. La scure sarebbe stato "uno" più forte di lui, che "tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile".

Questo "uno più forte di lui" era arrivato, ed egli lo aveva presentato alle folle e ai suoi discepoli come "Figlio di Dio", sicuro che presto avrebbe iniziato a roteare la scure, a raccogliere il frumento e a bruciare i malvagi con il suo fuoco inestinguibile.

Invece, niente di tutto questo. Anzi, quelli che avrebbero dovuto essere alberi da tagliare e da gettare nel fuoco, e paglia da bruciare, lo avevano messo a tacere nel buio di una prigione. E qui, anche Giovanni, così importante nei progetti di Dio, da essere dichiarato da Gesù "più che un profeta", e "il più grande tra i nati di donna", viene messo in difficoltà da quei sentieri di Dio che egli predicava di dover preparare, perché, da quello che gli raccontano i suoi discepoli, non sta succedendo niente di quello che si aspettava. Gesù non spezza, non sradica, non condanna, non distrugge, ma ricopre di misericordia i peccatori e solleva tutti coloro che hanno mani stanche e ginocchia vacillanti. "E se mi fossi sbagliato a identificare colui che doveva venire?". Per assicurarsi, manda i suoi discepoli a verificare.

A essi Gesù non dà risposte chiare, ma indizi affinché il suo precursore possa decidere: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo».

E anche "il più grande tra i nati di donna" deve abbandonare le sue strade per accogliere quelle inaspettate e sorprendenti di Dio, altrimenti nel regno dei cieli non sarebbe stato grande come sulla terra, e il più piccolo tra i nati di donna sarebbe stato più grande di lui. Perché nel regno dei cieli è la fede che rende grandi, e la fede è scegliere i sentieri di Dio.

Anche i cristiani dei primi anni dopo la morte e risurrezione di Gesù erano in difficoltà, perché il Signore non ci sorprende soltanto con i suoi interventi inusitati e inaspettati, ma anche con i suoi tempi che non corrispondono ai nostri. Passavano gli anni e il Signore non tornava come aveva promesso, anzi, anche loro, come Giovanni subivano la persecuzione dei malvagi. "Non sarà che siamo stati ingannati?"

L'apostolo Giacomo li rasserena, ignaro anche lui del quando, ma invitandoli a essere pazienti e fiduciosi: "Siate costanti, fratelli miei, fino alla venuta del Signore. Guardate l'agricoltore: egli aspetta con costanza il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le prime e le ultime piogge. Siate costanti anche voi, rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina".

Ma poi è arrivato il Signore? Sì, ma non come se lo aspettavano, non per salvarli dalle prove e dalle sofferenze, ma chiedendo loro di creare giustizia, pace, e sostegno per tutti coloro dalle "mani fiacche e dalle ginocchia vacillanti".

E noi?

Anche noi come il Precursore e come i primi cristiani vorremmo che il Signore aprisse i nostri sentieri, spazzando via davanti a noi il male e le miserie, nei modi e nei tempi che ci piacciono.
Niente da fare: siamo noi ad dover aprire a lui i suoi sentieri, combattendo il male e le miserie.
Ma come facciamo a incontrarlo se non sappiamo il come e il quando?
Sappiamo il dove. Dove ci sono mani fiacche e ginocchia vacillanti da rifornire di speranza e di coraggio.


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