Il Battesimo è per una vita buona

Battesimo del Signore - Festa - Anno A - 2020

Dalla magia del Natale all'energia del Battesimo.

Il passaggio tra la notte incantata della nascita di Gesù con il "Bambinello" circondato dai pastori e il coro degli angeli nel cielo, e il Gesù adulto che scende nel Giordano tra i peccatori, mentre le chiese, le case e perfino le vie sanno ancora di atmosfera natalizia, è drastico e anche deludente. Ma questa domenica dedicata al Battesimo di Gesù, con la quale si chiude il tempo liturgico del Natale, vuole dare questo scossone per ricordare che il Natale di Gesù non è avvenuto per essere contemplato, ma vissuto e testimoniato.
Che poi, a guardar bene, le due scene si richiamano. I peccatori che scendono nell'acqua del Giordano per essere purificati dal Battista sono come i pastori di Betlemme, peccatori per definizione, perché non potevano e non volevano rispettare le norme della Legge mosaica; l'annuncio degli angeli «oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore», è sostituito da Dio in prima persona: «Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento».

A Betlemme prende il via la promessa del Signore: «Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni. Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta; proclamerà il diritto con verità». Nel Giordano inizia la realizzazione, come testimonia Pietro: «Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui».

Gesù, che inizia la sua missione con il suo battesimo al Giordano, stimola noi a verificare se il nostro battesimo collabora con lui. È uno stimolo che dobbiamo prendere sul serio, perché il rischio che il nostro battesimo sia rimasto chiuso nell'archivio parrocchiale, o che vi stia ritornando dentro, magari a periodi e secondo le situazioni, è sempre in agguato. Con il battesimo ci siamo impegnati a una vita buona per noi e per gli altri, fondata sulla volontà di Dio che i suoi figli si riconoscano fratelli e sorelle, cercando di volersi bene, di aiutarsi, di perdonarsi, di vivere in pace, senza violenze, falsità, sopraffazioni, sempre pronti a dare una mano a chi è più debole, con gli stessi sentimenti misericordiosi di Gesù, il "servo di Dio", che non grida né alza il tono, non fa udire in piazza la sua voce, non spezza una canna incrinata, non spegne uno stoppino dalla fiamma smorta; proclama il diritto con verità. Non viene meno e non si abbatte, finché non avrà stabilito il diritto sulla terra.

Sappiamo bene che essere battezzati vuol dire essere fedeli a questo impegno, e pur con tutti i nostri limiti e stanchezze, cerchiamo di realizzarlo.
La celebrazione del Battesimo di Gesù lo ricarica di nuova energia. Ne abbiamo bisogno, perché, avendo ricevuto questo dono quando eravamo bambini inconsapevoli, può accadere di tenerlo accantonato in qualche ritaglio della nostra vita, come vecchi regali confinati in fondo agli armadi. Questo dono, invece, va attivato e potenziato per portare con Gesù nella nostra vita e nella nostra società così stressata e nervosa i sentimenti di pace, di dialogo, di perdono che il Natale ci ha fatto contemplare e rivivere, e che il Battesimo di Gesù ci ripropone come rinnovata decisione di collaborare alla sua missione.


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