Il coraggio contro il “terrore all’intorno”

XII Domenica del Tempo Ordinario - Anno A - 2017

Siamo alla XII domenica del tempo ordinario. I fatti di questo periodo ci invitano a riflettere sul "Terrore intorno" e il mistero del male che non soltanto ci circonda, ma ci abita dentro rischiando di chiuderci alla speranza. La liturgia della Parola ci incoraggia a lottare contro il male, pur non risparmiandoci la fatica, la sofferenza, le minacce...

Creiamogli "terrore all'intorno", gridavano i nemici di Geremia, decisi a far tacere la sua fastidiosa opera di profeta.
"Terrore all'intorno", sentirà gridare Gesù con molta più rabbia e odio di quelli contro il profeta, personaggio storico, ma nel contempo anche profezia del Giusto per eccellenza: Gesù.
"Terrore all'intorno", hanno sentito, sentono e sentiranno gridare tutti coloro che si impegnano per il bene proprio e altrui, come Geremia e Gesù, e che invece del sostegno incontrano ostacoli e minacce.
"Terrore all'intorno" è anche la preoccupazione di persone come noi che, pur non avendo nemici che ci insidiano, perché, pensando soltanto a noi stessi, non diamo fastidio a nessuno, ci sentiamo ugualmente minacciati dal male, angosciati come siamo dai fattacci della cronaca, dalla paura di attentati, dai disastri che il clima di paura può provocare, come è accaduto nella piazza di Torino.

Cosa c'è sotto a questo "terrore all'intorno?"
C'è il mistero del male che non soltanto ci circonda, ma ci abita dentro, oscuramente presente e prepotente. C'è il mistero del male che sembra più forte della nostra volontà di bene. Lo confessava il poeta pagano Ovidio: "Vedo il meglio e l'approvo, ma seguo il peggio". Lo confermava l'apostolo Paolo: "Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene; c'è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio" (Rm 7,18-19).

Perché è così? San Paolo, cerca di spiegarlo: "Fratelli, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato, la morte, così in tutti gli uomini si è propagata la morte, poiché tutti hanno peccato". La sua spiegazione non soddisfa i nostri interrogativi, ma se non dirada il mistero, ci indica, però, in modo chiaro e comprensibile come dobbiamo reagire: non dobbiamo e non possiamo lasciarci spaventare, né tanto meno vincere dal male, perché "se infatti per la caduta di uno solo tutti morirono, molto di più la grazia di Dio, e il dono concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti".

Se già il profeta Geremia si faceva coraggio, sentendo il Signore al suo fianco "come un prode valoroso", e confidava nella sconfitta dei suoi nemici: "Signore degli eserciti, che provi il giusto, che vedi il cuore e la mente, possa io vedere la tua vendetta su di loro, poiché a te ho affidato la mia causa!", con Gesù che ci assicura: "perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati", la mancanza di impegno coraggioso contro il male non trova più scusanti.

Tutto facile allora e niente paura del "terrore all'intorno"?
Sarebbe tutto facile se non ci fossero migliaia di cristiani che in tanti paesi del mondo sono vittime del "terrore all'intorno" come Geremia e come Gesù. Se Dio sta accanto a loro come prode valoroso, se la forza malefica del "peccato entrato nel mondo a causa di un solo uomo" nulla può contro "la grazia di Dio, e il dono concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo", perché vengono uccisi e massacrati?

Dobbiamo ascoltare per intero cosa dice Gesù: "Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l'anima e il corpo".
La presenza del Signore al suo fianco, non risparmiò a Geremia sofferenze di ogni tipo. L'essere una cosa sola con il Padre non risparmiò a Gesù la croce. La lotta coraggiosa contro il male non ci risparmia la fatica, la sofferenza, le minacce e "il terrore all'intorno", ma...

"Lo sappiamo: ci garantisce la vita eterna. Magra consolazione!".
Se ci interessa soltanto il corpo, sì: magra consolazione. Ma se ci interessa soltanto il corpo, stiamo attenti, perché potremmo entrare tra coloro che il grido: "terrore all'intorno" non lo sentono come Geremia, come Gesù, come i giusti, ma lo gridano contro di loro.


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