Il coraggio della speranza

Maria SS. Madre di Dio - Solennità - Anno A - 2023

In Maria risplende il volto materno di Dio.

Il primo giorno dell’anno è il giorno della memoria di ciò che si lascia, e il giorno della speranza che il nuovo anno sia buono più del precedente. Quest’anno la speranza sarà più intensa, accorata, e necessaria che mai, essendo questo 2023 - come afferma papa Francesco nel suo messaggio per la 56.ma Giornata Mondiale della Pace - il tempo «della ripartenza dopo il Covid, alla luce delle conseguenze globali del conflitto in Ucraina». Infatti, «assieme alle manifestazioni fisiche – scrive ancora il Papa – il Covid-19 ha provocato, anche con effetti a lungo termine, un malessere generale che si è concentrato nel cuore di tante persone e famiglie, con risvolti non trascurabili, alimentati dai lunghi periodi di isolamento e da diverse limitazioni di libertà»; e «la guerra in Ucraina miete vittime innocenti e diffonde incertezza, non solo per chi ne viene direttamente colpito, ma in modo diffuso e indiscriminato per tutti, anche per quanti, a migliaia di chilometri di distanza, ne soffrono gli effetti collaterali, basti solo pensare ai problemi del grano e ai prezzi del carburante».

Le sorgenti della speranza

La speranza in una simile situazione non è facile. Dove attingerla? La liturgia, coraggiosamente, propone due sorgenti: la benedizione consegnata a Mosè: «Così benedirete gli Israeliti: direte loro: Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace», che assicura la sua benevolenza da sempre e per sempre; e il conforto materno di Maria, Madre di Gesù, Madre di Dio, e Madre nostra. Sorgenti non facili da far sgorgare dentro di noi con i dubbi che il carico di preoccupazioni, difficoltà e angosce di questi ultimi anni, insinuano: dove era il volto amico di Dio quando (parole del Papa) «la pandemia ha minacciato la sicurezza lavorativa di tanti e aggravato la solitudine sempre più diffusa nelle nostre società, in particolare quella dei più deboli e dei poveri»? E dov’è adesso quando «nel momento in cui abbiamo osato sperare che il peggio della notte fosse stato superato una nuova terribile sciagura si è abbattuta sull’umanità, l’insorgere di un altro flagello, in parte paragonabile al Covid-19, ma tuttavia guidata da scelte umane colpevoli: la guerra»?

Dove era e dove è Dio

Dio era ed è dove è sempre: nella mangiatoria di Betlemme, dove i pastori lo vedono piccolo e povero mentre in loro risuonano le parole dell’angelo: «vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore». Non era facile glorificare e lodare Dio per tutto quello che avevano udito e visto, data la differenza abissale tra le parole dell’angelo e il bambino nella mangiatoia. Ma è così: i sentieri di Dio sono sempre misteriosi. Li imbocchi e li percorri soltanto se ti fidi e ti affidi.
Dio era ed è dove è sempre: nella mangiatoria di Betlemme, dove la madre, Maria, custodisce e medita nel cuore tutte le “cose” che accadono, chiamata a riconoscere in quelle “cose” le parole dell’angelo: «concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo».

Sempre a Betlemme

È nel bambino «avvolto in fasce, adagiato nella mangiatoia» che si manifesta il volto benevolo del Padre; ed è nella Madre, che conforta con il suo affetto, che è possibile trovare non soltanto il coraggio di sperare, ma anche costruire la speranza, con le motivazioni che papa Francesco riassume così: «Solo spendendoci in queste situazioni, con un desiderio altruista ispirato all’amore infinito e misericordioso di Dio potremo costruire un mondo nuovo e contribuire a edificare il Regno di Dio, che è Regno di amore, di giustizia e di pace». Perché: «Nessuno può salvarsi da solo».


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