Il gallo canta anche per noi

Domenica delle Palme: Passione del Signore - Anno A - 2023

La Passione del Signore penetra nei sentimenti e nei pensieri del cuore.

I racconti della Passione sono il nucleo della prima evangelizzazione, poi abbastanza velocemente, anche per le richieste dei cristiani che volevano saperne di più, l’annuncio si è arricchito con i discorsi, le parabole, i miracoli raccolti da quattro evangelisti con caratteristiche e accentuazioni diverse, secondo la formazione di chi scriveva e le comunità alle quali erano destinati. La Passione secondo Matteo - quella che quest’anno viene proclamata - rivolgendosi a una comunità di cristiani venuti dal giudaismo, si caratterizza per le numerose citazioni dell’Antico Testamento, che possono dare la sensazione di un Gesù non libero di agire perché obbligato da un destino prestabilito. In realtà i riferimenti alle Scritture sottolineano che in lui si realizza pienamente e liberamente il progetto di Dio, trovando il pieno compimento, nonostante le difficoltà e i tradimenti. È Gesù stesso ad affermarlo molte volte, anche nell’orto degli ulivi, quando a Pietro, che aveva impugnata la spada e aveva staccato un orecchio al servo del sommo sacerdote, dice: «Rimetti la tua spada al suo posto… credi che io non possa pregare il Padre mio, che metterebbe subito a mia disposizione più di dodici legioni di angeli?». Ma allora come si compirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?. Gesù non subisce la morte, la accetta per aderire con convinzione piena e libera al progetto del Padre, con totale abbandono a lui.

Ascoltare e accogliere

Il racconto della Passione va accolto nel silenzio. Aggiungere parole e commenti sarebbe sminuire «la parola di Dio che è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore» (Eb 4,12). Lasciamo che questa «spada a doppio taglio» entri dentro di noi; verifichiamo con umile e schietta sincerità quanto essa incide nella nostra vita; confrontiamoci con le parole, con i fatti, con i personaggi che vengono proclamati. Essi non sono cronache, ma messaggi e inviti alla conversione.

Il canto del gallo

Una parola “viva, efficace, tagliente” è sicuramente il canto del gallo che ricorda a Pietro il facile entusiasmo delle promesse e la umiliante difficoltà delle realizzazioni. La nostra situazione non è tragica come quella dell’apostolo, ma non è meno grave la nostra facilità a promettere un po’ e a realizzare un po’. Il nostro rinnegamento non è un gesto improvviso provocato dalla paura, ma la mezza misura scelta a sistema di vita, sia nelle cadute che negli slanci. Questo a noi può bastare, ma non al Signore: «Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca» (Ap 3,15-16).

Il gesto di Pilato

Non meno “penetrante” è il gesto di Pilato che si lava le mani, riportato soltanto dall’evangelista Matteo, diventato proverbiale perché denuncia la paura di assumersi la responsabilità delle proprie azioni, oggi come ieri, diffusissima, deleteria e preoccupante. Racconta Matteo: «Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto aumentava, prese dell’acqua e si lavò le mani davanti alla folla, dicendo: “Non sono responsabile di questo sangue. Pensateci voi!”». «Pensateci voi!». Cioè: “Ci penserà qualcun altro. Io non posso farci niente”. La guerra, la miseria, lo sfruttamento, le nuove forme di schiavitù, la distruzione delle risorse della terra… «Pensateci voi!». Siamo come Pilato, se la fede rimane dentro di noi, refrattaria ad accettare che - come non si stanca di ripetere papa Francesco - nessuno può salvarsi da solo. Pensateci voi? No. Pensiamoci noi. Come Gesù che è vissuto, morto e risorto per tutti, dobbiamo essere attenti a tutto e a tutti per farcene carico come possiamo, almeno con la preghiera.

La scelta

«Davvero costui era Figlio di Dio!», esclama il centurione, il pagano, lo straniero. I capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani, che avrebbero dovuto accoglierlo secondo le Scritture, si fanno beffe di lui. E noi? Sotto la croce di Gesù è inevitabile scegliere.


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