Il suo sì è salvezza

Solennità dell'Immacolata Concezione B.V. Maria - Anno B - 2017

Il "sì" di Maria ricompone l'armonia tra le creature e il Creatore, lacerata nel giardino dell'Eden. Il "sì" di Maria è la strada per riportare la vita e la terra all'armonia con il progetto del Creatore.

All'inizio dell'Avvento, il tempo dell'attesa del ritorno glorioso del Signore e dell'impegno ad aprirgli le strade, troviamo Maria, che ci porta là dove il rapporto con il Creatore è stato drammaticamente interrotto: il giardino dell'Eden. A strisciare sotto l'albero, c'è ancora il serpente sul quale - come due bambini balbettanti - l'uomo e la donna hanno scaricato la loro responsabilità. Il suo sibilo di soddisfazione per essere riuscito così facilmente nell'inganno si spegne alle terribili parole: "Poiché hai fatto questo, maledetto tu fra tutto il bestiame e fra tutti gli animali selvatici! Sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno".

"Quale sarà questa donna?", si sarà chiesto il serpente. "Certamente non quella tremante e impaurita, nascosta dietro foglie di fico", si sarà risposto. Intanto l'uomo e la donna scoprono le severe conseguenze della loro disobbedienza: "Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze..."; "Maledetto il suolo per causa tua! Spine e cardi produrrà per te".

Chi sarebbe stata quella donna, il serpente l'avrebbe scoperto un giorno a Nazaret, dove un'altra Eva, un'altra madre di tutti i viventi, alla richiesta di collaborare con il Creatore, liberamente, consapevolmente, generosamente risponde: "Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola". Da quel "sì" di Nazaret, chi vuole sfuggire alle astuzie del tentatore sa a chi rivolgersi.

A quali astuzie del tentatore? Siamo stati abituati a ricorrere a Maria per i nostri problemi e i nostri bisogni privati. Non altrettanto per i grandi peccati sociali, come lo sfruttamento dissennato della terra, che diventa inevitabilmente offesa alla dignità degli uomini e delle donne. Da decenni, la cultura dominante (intellettuali, politici, economia, mercato, mass media...) sta cercando di negare l'albero della conoscenza del bene e del male, dichiarando: "Ma quale Dio? Il bene e il male lo decido io!". Esattamente l'inganno del serpente nell'Eden.

Adesso si cominciano a vedere e a temere le conseguenze di questo modo di pensare, come ha ricordato papa Francesco nel suo ritorno dalla Birmania, e come ha scritto nella sua enciclica Laudato si': "Non possiamo sostenere una spiritualità che dimentichi Dio onnipotente e creatore. In questo modo, finiremmo per adorare altre potenze del mondo, o ci collocheremmo al posto del Signore, fino a pretendere di calpestare la realtà creata da Lui senza conoscere limite. Il modo migliore per collocare l'essere umano al suo posto e mettere fine alla sua pretesa di essere un dominatore assoluto della terra, è ritornare a proporre la figura di un Padre creatore e unico padrone del mondo, perché altrimenti l'essere umano tenderà sempre a voler imporre alla realtà le proprie leggi e i propri interessi" (LS 75).

Non possiamo dimenticare Dio onnipotente e creatore...
E' per questo che dobbiamo invocare e imitare Maria non soltanto per le nostre necessità personali, ma anche per quelle della terra, affinché si riconosca che "l'essere umano, dotato di intelligenza e di amore, e attratto dalla pienezza di Cristo, è chiamato a ricondurre tutte le creature al loro Creatore" (LS 83).

Nelle nostre preghiere definiamo Maria "Regina e Signora del cielo e della terra".
Impegniamoci a fare in modo che il suo "sì" risuoni in tutto il suo regno, come in cielo così in terra.


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