L’Avvento come pellegrinaggio verso la Porta Santa.
L’Avvento è il tempo liturgico in cui la Chiesa, e ogni singolo cristiano, ricordano che la vita è andare incontro al Signore che ritorna, non più in un’umile grotta, ma «con grande potenza e gloria», Signore della storia. La nascita di Betlemme e tutti i segni tradizionali che la richiamano è “la memoria” per far nascere Gesù nel presente e per preparare il suo ritorno. L’Avvento, però, fatta salva la Messa nelle quattro domeniche, è in realtà diventato la preparazione alla festa del Natale come compleanno di Gesù. Benissimo! È stato San Francesco di Assisi a caratterizzarla così. Giustissimo! Perché quell’evento è stato il dono di Dio, unico, straordinario, umanamente impensabile all’umanità. Così però è praticamente scomparso il cammino dell’Avvento fatto di preghiere, di digiuni, di penitenze, di opere di carità per preparare il ritorno di Gesù, ed è diventato una preparazione alla festa di Natale con presepi, abeti, luminarie, regali, vacanze, rifornimenti per cene tra parenti e amici, giochi comunitari… Si è tentato di tutto per arginare questa stortura, ma è stato lottare contro i mulini a vento. È meglio, perciò, impegnarsi a interpretare queste tradizioni con intelligenza e moderazione, unendosi alla gioia che il Natale suscita nel mondo, forse - chissà? - per farsi perdonare che in quella notte santa non si seppe accogliere il Signore con la dovuta attenzione, senza però rinunciare all’Avvento come preparazione severa alla venuta del «Figlio dell’uomo su una nube con grande potenza e gloria». In questo intento il Giubileo che papa Francesco avvierà nella vigilia di Natale, può aiutarci a percorrere le quattro settimane come “pellegrinaggio spirituale” verso la Porta Santa: Gesù.
Materiale o spirituale che sia, il pellegrinaggio è tale se risponde a precisi requisiti. Esso non è un viaggio turistico con tutte le comodità abituali, con la sicurezza dei mezzi di trasporto, con le soste e gli appuntamenti precisi e concordati, con la camera d’albergo prenotata, ma uno stacco dalla vita normale per verificare il passato e lanciarlo verso il futuro. Per questa decisione è necessaria una motivazione. Ce la indica Gesù: «Risollevatevi e alzate il capo!», per vedere oltre l’orizzonte umano, nel quale è forte la spinta a curvarsi verso il basso, a piegare la testa, a guardare verso terra, a scadere nella superficialità dei sentimenti e dei comportamenti.
Per un vero pellegrinaggio è importantissimo preparare lo zaino con ciò che è strettamente indispensabile. Via quindi tutto ciò che ingombra e fà zavorra. La dritta vien sempre da Gesù: «State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita». Dissipazioni, ubriachezze, affanni della vita… Parole grosse e pesanti da farci pensare di esserne fuori. Non è così. Le dissipazioni non sono soltanto quelle dei soldi, ma anche e più insidiose quelle delle capacità, del tempo, della salute, dei sentimenti, della pace… Le ubriachezze, più pericolose di quelle con il vino sono quelli dei valori di piccolo cabotaggio, delle mode, dei pregiudizi, del proprio io… Gli affanni della vita, sono tutto ciò che non guarda «gli uccelli del cielo e i gigli del campo, e non crede che la vita vale più del cibo e più del vestito» (Cfr. Mt 6,23-26).
Anche le idee più belle e i propositi più risoluti evaporano se non sono richiamati da stimoli concreti. Essi sono necessari anche per ricordare di essere in “pellegrinaggio”. Basta poco: un’immagine sacra cambiata di posto, una preghiera diversa dalle solite, la lettura quotidiana di una pagina di Vangelo, un lumino acceso durante la cena, il presepio nell’angolo del salotto, entrare per qualche minuto ogni giorno nella propria camera e pregare per essere pronti al suo ritorno.
VIENI, SIGNORE GESÙ
Aiutaci, Signore, a conoscere le tue vie
in modo da farle incontrare con le nostre;
aiutaci a riconoscere il suono dei tuoi passi
così che possiamo venirti incontro ad accoglierti.
Mantieni, Signore, i nostri cervelli svegli,
i nostri cuori leggeri e i nostri occhi spalancati
perché le nostre ansie e le nostre paure
trovino serenità nell’attesa di te.
Aiutaci, Signore, ad aspettarti
crescendo nell’amore verso tutti,
nella carità operosa e nella pace,
nella giustizia e nella verità.
Donaci, Signore, di vegliare e pregare
perché in tutto ciò che accade
sappiamo seguire le regole di vita
che tu ci hai testimoniato e insegnato.