L'apparenza, l'affanno, l'impazienza

XI Domenica del Tempo Ordinario - Anno B - 2021

Il Vangelo fa bene anche alla salute.

Amiamo le apparenze per illuderci, o per illudere, che siamo più di quello che realmente siamo. È così da sempre. Anche al tempo di Gesù: «Guardatevi dagli scribi, che vogliono passeggiare in lunghe vesti e si compiacciono di essere salutati nelle piazze, di avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti» (Lc 20, 46). Ci affanniamo, perché quello che abbiamo non basta mai. È così da sempre. Anche al tempo di Gesù: «Non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete» (Mt 6,25). Siamo impazienti, perché la terra ci fugge sotto i piedi. È così da sempre. Anche al tempo di Gesù: per superare l'ostilità di un villaggio di Samaritani che impediva l'attraversamento, Giacomo e Giovanni erano pronti ad aprirsi la strada, facendo scendere un fuoco dal cielo «che li consumi» (Lc 9,51-56).

È stato sempre così, ma oggi è molto più di così, perché abbiamo a disposizione i mezzi per assecondare in maniera esponenziale questi stimoli: i trasporti, i media, il web. Fino a non molti anni fa si poteva desiderare di arrivare a un capo all'altro del mondo in poche ore. Adesso si può. Fino a non molti anni fa, si poteva sognare di vedere e dialogare con i figli e nipotini a distanza di continenti con un cellulare. Adesso si può. Fino a non molti anni fa si poteva desiderare di essere operati da uno dei chirurghi più bravi del mondo collegato in diretta con l'ospedale della propria città. Adesso si può. Per le "apparenze" poi... Qui non c'è confine. Con Facebook e altri social ci si può mostrare e raccontare come si desidera.

Ed è così che si è arrivati a rincorrere il desiderio di apparire, l'affanno di possedere, l'impazienza di raggiungere in modo così ossessivo che ci si comincia a raccomandare di "darsi una calmata", come pontificano gli "esperti" e gli "scienziati" dei talkshow televisivi, che, senza volerlo, confermano quello che in genere contestano, cioè la sintonia tra la parola di Dio e la nostra salute fisica e spirituale, come dimostra efficacemente il messaggio della parola di Dio che viene proclamata in questa domenica.

Il ramoscello del cedro
Il Signore Dio – ricorda il profeta Ezechiele – dice al suo popolo in esilio, triste e deluso per avere perso ogni gloria e potere: «Un ramoscello io prenderò dalla cima del cedro... Metterà rami e farà frutti e diventerà un cedro magnifico... Sapranno tutti gli alberi della foresta che io sono il Signore, che umilio l'albero alto e innalzo l'albero basso, faccio seccare l'albero verde e germogliare l'albero secco». Cioè, adesso che non avete più l'illusione della grandezza, potete ricominciare ad avere fiducia in me.

Il granello di senape
«A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo?», chiedeva Gesù a coloro che lo ascoltavano. Noi avremmo risposto: "Il regno di Dio è una realtà immensa. Dobbiamo paragonarlo a qualcosa di veramente molto grande, di imponente, quindi, che ne so, magari una cattedrale come San Pietro, oppure tutto il Vaticano". Niente di tutto questo: «È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno».

Il seme che germoglia da solo
E noi cosa possiamo fare per accelerare la crescita del regno di Dio e la sua venuta. Cosa possiamo organizzare? Cosa possiamo programmare? Dobbiamo comportarci «come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa». È perciò inutile agitarsi. Ciò che conta è gettare il seme del bene, perché esso germoglierà e arriverà al «chicco pieno nella spiga».

Un protocollo di comportamento
Niente apparenza, niente affanno, niente impazienza, ma verità, moderazione, pazienza: una grande lezione di vita, e quasi un protocollo di comportamento. Se, come sembra, stiamo uscendo finalmente dalle tristezze e dalle ristrettezze umane e spirituali della pandemia, la ripresa affrontiamola così.


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