La fede non conosce mezze misure

XXII Domenica del Tempo Ordinario - Anno C

Scelte decise e precise recuperano debolezze e incertezze.

Il Vangelo di questa domenica offre stimoli importantissimi alla riflessione, alla preghiera e alla conversione con un messaggio che per essere compreso non ha bisogno di ragionamenti complicati e approfondimenti biblici, perché le vicende storiche e la cronaca giornaliera lo rendono chiaro e convincente. Vediamo perché.

Imbonitori e influencer

Racconta l’evangelista: «una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro…». Cosa avrà detto Gesù a questa folla numerosa, desiderosa di seguirlo? Certamente non quello che dicono coloro che hanno interesse a conquistare consensi (governanti, politici, dittatori, multinazionali…) in modo particolarmente intensivo nelle occasioni particolari come le elezioni politiche. Per avere più seguaci e fan possibili disposti a seguirli promettono di tutto, lusingano, manovrano, corrompono…. Beffarda ma efficace è la barzelletta del politico che: “Vi costruirò il ponte”. “Ma qui il fiume non c’è!”. “Costruirò anche il fiume”.

Gesù

Vista la folla numerosa che lo seguiva, Gesù si voltò e disse loro: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo». Poi, per chiarire sempre meglio le cose, aggiunse: «Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo». Come a dire: “Pensateci bene, perché sarà dura”.
Chi conosce politici e influencer che sono riusciti a essere eletti o a vendere la merce con una comunicazione di questo tipo, lo faccia sapere.

Sì quando è sì, no quando è no

Gesù conosceva le prove che lo aspettavano a Gerusalemme e quelle che i suoi discepoli avrebbero dovuto affrontare con lui e per lui, durante la sua passione e poi sempre fino alla fine del tempo. Sapeva che questa fedeltà sarebbe stata possibile soltanto con una scelta consapevole, libera e coraggiosa che lo mettesse a fondamento e criterio dei rapporti con il padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita. Con tutti e tutto. Sapeva anche che una scelta di fondo poteva far risalire da eventuali debolezze, cadute, rinnegamenti e persino tradimenti.
È per questi motivi che Gesù chiede anche a noi di passare da una fede di mezze misure, o addirittura dell’essercisi trovati dentro inconsapevolmente da bambini, a una scelta consapevole.
Come è la nostra fede? Per rispondere alle esigenze di Gesù dobbiamo avere il coraggio, la sincerità, l’umiltà di sederci a calcolare se abbiamo le risorse sufficienti per non lasciare a metà la torre che vogliamo costruire; e se i nostri diecimila uomini possono vincere i ventimila dell’avversario.

Belli i cristiani così!

Ed ecco arrivare l’interrogativo di sempre: “Chi ce la fa?”. La richiesta di Gesù è bella da contemplare, e dà grande gioia vederla attuata da giovani straordinari come Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis, dichiarati santi in questa domenica. Ma non è per noi cristiani della domenica, gente semplice, senza ruoli importanti…
Sono proprio i piccoli e i poveri, invece, come testimonia la storia della Chiesa, a compiere cose grandi anche con pochi mezzi. Un esempio che la liturgia ci propone è troppo bello da non citare. C’è un libro del Nuovo Testamento composto di una sola paginetta: la lettera a Filemone. San Paolo, un gigante nella fede, un missionario straordinario, un testimone insuperabile, tra le tante cose grandi ne ha fatta una piccolissima, alla portata di tutti: ha scritto un bigliettino a un suo amico, Filemone, raccomandandogli di accogliere il suo schiavo fuggito non più come schiavo ma come fratello. Con poche righe l’Apostolo ha gettato il seme per togliere all’impero romano una delle principali fonti di potere e di ricchezza: la schiavitù. Le occasioni di “biglietti” così capitano giorno. Scriviamoli.


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