La misericordia di Dio più forte di ogni male

Natale del Signore - Anno C - 2015

La nascita di Gesù è stata preparata da una lunga storia, dove la misericordia di Dio ha guidato in modo misterioso - e inarrestabile - l'intreccio di tante vite e di tante scelte.

La liturgia del Natale, come è comprensibile, è ricchissima di parola di Dio, perché inizia a raggiungerci nella Messa vespertina nella vigilia, per continuare con la Messe del mattino e del giorno. I testi che colpiscono di più sono, ovviamente, quelli della nascita a Betlemme, con gli angeli che annunciano l'evento, e i pastori che visitano il bambino, portando doni. Questi fatti sono ormai scolpiti indelebilmente non solo nella nostra memoria, ma anche in quella della storia, ravvivati continuamente (nonostante i tentativi di oscuramento di oggi come sempre) da segni affascinanti: presepi, luminarie, canti, rappresentazioni.

Fermiamoci quest'anno sul vangelo di Matteo che apre le celebrazioni nella Messa vespertina nella vigilia: la genealogia di Gesù. E' un brano talmente lontano dall'immaginario del Natale che la stessa liturgia ne propone una versione breve pe renderlo più accettabile. L'evangelista, partendo da Abramo, scende giù attraverso una serie di nomi, molti dei quali conosciuti soltanto dai biblisti, fino a Gesù. Questa lista non è un documento notarile, ma la sintesi di tutta la storia della salvezza: la misericordia di Dio ci raggiunge nonostante le resistenze del peccato, come aveva profetizzato Isaia, prendendo Gerusalemme a simbolo dell'umanità: "Nessuno ti chiamerà più Abbandonata, né la tua terra sarà più detta Devastata, ma sarai chiamata Mia Gioia e la tua terra Sposata, perché il Signore troverà in te la sua delizia e la tua terra avrà uno sposo".

Questo lungo elenco di uomini e donne, attraverso i quali la misericordia di Dio arriva a manifestarsi in Gesù, è carico di tutto ciò che gli uomini e le donne sono in grado di esprimere di bene e di male, di grandezza e di miseria, di violenza e di amore. Ma il progetto di misericordia di Dio è inarrestabile, perché è lui che guida la storia. L'evangelista lo comunica sottolineando: "In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici". Nella confusione apparente, c'è un progetto di salvezza limpidissimo.

Il Natale di Gesù è la manifestazione concreta di questo progetto che guida misteriosamente la storia. Negli episodi, che noi rendiamo poetici e suggestivi con i presepi, i canti, le rappresentazioni, c'è tutto ciò che la genealogia di Gesù contiene: la violenza e la corruzione dei potenti (Erode), l'alleanza con Dio vanificata e tradita (gli scribi e i sacerdoti), i poveri che non trovano posto (Maria e Giuseppe), coloro che non rispettano la Legge (i pastori). Niente di questo impedisce la nascita di Gesù.

Allora cosa celebriamo con il Natale?

Non un'illusoria, momentanea e bambinesca consolazione, espressa dal luogo comune: "A Natale bisogna essere più buoni"... per rientrare il 26 nella normalità: la violenza, l'ingiustizia, lo sfruttamento...

Noi celebriamo la certezza che, nonostante anche questo Natale arrivi tra ingiustizie, violenze, guerre, corruzione..., la misericordia di Dio, fatta carne e rivelata in Gesù, non si ferma. E noi siamo chiamati a crederci e a diventarne collaboratori. Le opere di misericordia, che l'Anno Santo ci sta provvidenzialmente riproponendo con forza, non sono piccole e illusorie dosi di camomilla, ma la collaborazione al progetto di Dio.

Le Porte Sante che attraversiamo, se sono vere, portano alla grotta di Betlemme, per vedere, come i pastori, l'"avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere", e per tornare, "glorificando e lodando Dio" per tutto quello che vediamo e udiamo: la Misericordia di Dio, presente e vincente nel volto di Gesù.


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