La nonviolenza per accogliere la pace

Maria Santissima Madre di Dio - Anno A - 2017

Nella solennità della Madre di Dio affidiamo a Maria la nostra invocazione per la pace nel mondo, ma anche il nostro impegno a costruirla, partendo dal rinnovamento del cuore e della famiglia.

"Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace". Dio desiderava che sacerdoti del popolo ebraico benedicessero gli Israeliti così. E così, all'inizio del nuovo anno, desideriamo che Dio benedica tanto più noi, che, resi figli di adozione dal Figlio, possiamo chiamarlo a pieno titolo: "Abbà! Padre".

Sì, che Dio ci conceda la pace, fondamento e garanzia di tutti gli altri doni che rendono buona la vita. E' per ottenere questo dono che la Chiesa dedica questo primo giorno del nuovo anno alla preghiera per la pace.

Nel 1968, quando Paolo VI istituì questa giornata, era forte l'esigenza di invocare la pace, perché il mondo, ancora scosso dalla violenza della seconda guerra mondiale, era in ansia per la minaccia nucleare. Oggi? "Oggi – afferma papa Francesco nel suo messaggio per questa giornata, intitolato: La nonviolenza: stile di una politica per la pace – non è facile sapere se il mondo attualmente sia più o meno violento di quanto lo fosse ieri", perché non c'è una guerra mondiale, ma la violenza che si esercita a pezzi, in modi e a livelli diversi, provoca enormi sofferenze di cui siamo ben consapevoli: guerre in diversi Paesi e continenti; terrorismo, criminalità e attacchi armati imprevedibili; gli abusi subiti dai migranti e dalle vittime della tratta; la devastazione dell'ambiente". E' per questo che anche oggi la nostra preghiera per la pace, affidata a Maria, celebrata come Madre di Dio, deve essere accorata e senza soste.

Non possiamo, però, invocare il dono della pace, se non contribuiamo a costruirlo e a custodirlo. Ma cosa possiamo fare più che pregare? Papa Francesco dà indicazioni precise: "Gesù, vissuto come noi in tempi di violenza, insegnò che il vero campo di battaglia, in cui si affrontano la violenza e la pace, è il cuore umano, e tracciò la via della nonviolenza, che ha percorso fino alla fine, fino alla croce. Perciò chi accoglie la Buona Notizia di Gesù diventa strumento di riconciliazione, attraverso la pratica della nonviolenza, che non è "resa, disimpegno, passività", ma l'unico strumento che può ottenere risultati impressionanti, come dimostrano "i successi ottenuti da Mahatma Gandhi e Khan Abdul Ghaffar Khan nella liberazione dell'India, e da Martin Luther King Jr contro la discriminazione razziale".

Oltre al proprio cuore, il papa individua un altro luogo dove ognuno di noi è chiamato a essere costruttore di pace: la famiglia: "Se l'origine da cui scaturisce la violenza è il cuore degli uomini, allora è fondamentale percorrere il sentiero della nonviolenza in primo luogo all'interno della famiglia. Essa è l'indispensabile crogiolo attraverso il quale coniugi, genitori e figli, fratelli e sorelle imparano a comunicare e a prendersi cura gli uni degli altri in modo disinteressato, e dove gli attriti o addirittura i conflitti devono essere superati non con la forza, ma con il dialogo, il rispetto, la ricerca del bene dell'altro, la misericordia e il perdono. Dall'interno della famiglia la gioia dell'amore si propaga nel mondo e si irradia in tutta la società".

Come sarà il nuovo anno?

Tutti ce lo chiediamo. C'è chi per saperlo va in cerca di maghi e indovini. A noi non servono ciarlatani e imbonitori, perché sappiamo che il nuovo anno sarà come lo costruiremo. Sarà buono se, come i pastori, sia come singoli che come famiglie (e come parrocchie) andremo senza indugio a vedere il bambino Gesù, per accogliere il suo messaggio di misericordia e nonviolenza, per meditarlo nel cuore come Maria, e per propagarlo nel mondo e irradiarlo in tutta la società.


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