La nostra vita sulla strada di Gerico

XV Domenica del Tempo Ordinario - Anno C - 2016

La liturgia di questa XV Domenica del tempo ordinario ci invita ad allargare lo sguardo e il cuore a tutti coloro che incontriamo e vivono momenti di sofferenza, perchè l'amore è il vero compimento della legge.

"Va' e anche tu fa' così". Cioè, comportati come il samaritano. Perciò, non imprigionare gli occhi dentro di te, ma tienili aperti sulla realtà per vedere chi c'è e cosa succede là fuori. Poi decidi che qualsiasi persona incontri sulla tua strada, caduta "nelle mani dei briganti" (siano essi persone malvage, o malattie, o solitudine, o miseria, o depressione, o handicap fisici o psichici), chiunque essa sia (amico o nemico, conosciuta o sconosciuta), non passare oltre, abbi compassione, fatti vicino, fascia le sue ferite con quello che hai e che puoi, trova qualcuno che possa dargli quello che tu non puoi, preoccupati che il suo problema sia risolto in modo definitivo.

Non sappiamo come abbia reagito il dottore della Legge a questo progetto di vita. E' probabile che si sarà guardato bene dal fargli altre domande, e avrà girato alla larga da quel maestro così allergico alle discussioni oziose sul prossimo, e così concreto nelle sue proposte.

Noi come reagiamo a questa proposta?

Dobbiamo chiedercelo, perché, come suoi discepoli, per quanto umili, non possiamo evitare di prenderla in considerazione: accoglierla e praticarla ci qualifica come suoi discepoli o no. Allora, la riteniamo una strada possibile, oppure la consideriamo riservato a rari supercristiani? Pensiamo che vivere come il samaritano, significa ridurre la nostra vita a una "quaresima perenne", alla rinuncia a tutto il bello che la vita ci offre quaggiù per ottenere una ricompensa dopo, oppure la troviamo in armonia con il nostro vero bene?

Con altre parole, riteniamo il "va' e fa' anche tu così" un peso gravoso che Gesù ci carica sulle spalle, oppure la rivelazione di ciò che il nostro cuore, libero dalle lusinghe dell'egoismo, cerca?

Meditiamo! Mosè, nel presentare al popolo la Legge di Dio, dichiarava: «Questo comando che oggi ti ordino non è troppo alto per te, né troppo lontano da te. Non è nel cielo, perché tu dica: "Chi salirà per noi in cielo, per prendercelo e farcelo udire, affinché possiamo eseguirlo?". Non è di là dal mare, perché tu dica: "Chi attraverserà per noi il mare, per prendercelo e farcelo udire, affinché possiamo eseguirlo?". Anzi, questa parola è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica».

Il "va' e fa' anche tu così" altro non è che il "pieno compimento" di questa Legge (Mt 5,17), perciò esso non può essere troppo alto per noi, né troppo lontano da noi, ma molto vicino a noi, nella nostra bocca e nel nostro cuore, perché la mettiamo in pratica.

Dubitiamo ancora di essere in grado di percorrere la vita come il samaritano sulla strada di Gerico? Potremmo dubitare se il samaritano della parabola fosse un immaginario e fantasioso personaggio e non Gesù stesso. Invece quel samaritano è Gesù, e perciò ogni dubbio deve essere allontanato. Perché noi siamo stati pensati e creati in lui, come afferma Paolo: "Cristo Gesù è immagine del Dio invisibile, primogenito di tutta la creazione, perché in lui furono create tutte le cose nei cieli e sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili", e allora, in lui che ci conforta, tutto possiamo (Cfr. Fil 4,13).

Progettati e fatti in lui, possiamo seguirlo, anche se con incertezze e stanchezze, sulla strada di Gerico, consapevoli che essa non è una proposta di vita che ci sacrifica e appesantisce, ma fa gioire il cuore e rinfranca l'anima. 

La controprova. Tutto ciò che ci fa soffrire, che ci preoccupa, che ci deprime, che toglie gioia al cuore ed energie all'anima scaturisce dal tenere gli occhi prigionieri del nostro io, nel passare oltre le sofferenze degli altri, nel non farsi vicini, nel non fasciare le ferite, nell'illuderci di risolvere i nostri problemi, non preoccupandoci di quelli altri.


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