La Quaresima per ritrovare armonia

I Domenica di Quaresima - Anno B - 2021

In tempi difficili è più importante che mai lasciarsi condurre nel "deserto".

E di nuovo è Quaresima. "Un'altra!?", forse viene da dire, come di fronte a ciò che si ripete senza che niente cambi. Purtroppo anche questo tempo liturgico può finire nel fare perché si usa fare. Questo però dipende da noi. La parola di Dio ascoltata con fede è un antidoto contro il rischio delle cerimonie senz'anima, e delle grandi parole senza efficacia pratica, come: conversione. Quanto ne abbiamo parlato di conversione senza che sia accaduto niente?

Ascoltiamo, allora, il Vangelo.
Il racconto delle tentazioni di Gesù nel deserto, con il quale inizia sempre la Quaresima, quest'anno dell'evangelista Marco, può risultare sorprendete e forse deludente, perché non parla di Gesù che si confronta con Satana davanti alle pietre da trasformare o no in pane, o sul pinnacolo tempio, o sulla cima di un monte altissimo. Niente di tutto questo. Soltanto poche parole: «lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano», nelle quali però c'è tutto ciò che all'evangelista interessa comunicare: i quaranta giorni nel deserto non sono una disavventura, né una specie di punizione, ma un'opportunità. È lo Spirito che "sospinge" Gesù. Sospingere indica un'azione rispettosa e delicata. Non obbliga, non costringe, accompagna con delicatezza Gesù nel deserto. Qui non deve difendersi, come potremmo immaginare e molte immagini suggeriscono, da pericoli e fiere minacciose: "sta" con le bestie selvatiche, in compagnia; e il cielo non si è dimenticato di lui: gli angeli lo servono. Questo "quadro" richiama chiaramente Adamo ed Eva nell'Eden, prima del peccato originale. I quaranta giorni di Gesù nel deserto sono l'antefatto di quello che sarebbe stata la sua vita tra di noi: ritrovare e riportare l'armonia con se stessi (la vittoria sul Tentatore), con la realtà creata (le bestie selvatiche), con il Cielo (gli angeli); è quella che dovrebbe essere la nostra vita.

Questa è la nostra Quaresima.
Anche la nostra quaresima va accolta e vissuta come un dono. È lo Spirito che ci sospinge a ritrovare nella nostra vita l'armonia, l'equilibrio, la serenità... con noi stessi, con la realtà, con Dio. Nella nostra vita, non in astratto, in generale, ma in modo concreto così come essa è oggi, in questo oggi del Covid-19. C'è sempre qualcosa che va fuori controllo e fuori misura, perché il Tentatore è sempre all'opera e i rischi di perderci nell'affanno delle cose materiali, nella volontà di prevalere sugli altri, nell'illusione di sostituire la nostra volontà a quella di Dio, è sempre in agguato. Però la disarmonia e lo scombussolamento crescono in situazioni particolari, impreviste e complicate, come è vivere nella pandemia del Covid-19, allora la revisione deve essere più approfondita e particolareggiata. La cronaca ci informa di crisi di aggressività, di depressioni, di sofferenze, non soltanto materiali e psicologiche, ma anche spirituali, indotte da questa situazione. Andare con Gesù nel deserto è un aiuto a capire, affrontare, gestire la situazione con pazienza, saggezza, fortezza.

L'arcobaleno di Dio.
Dopo il diluvio universale la situazione era tragica. Paragonarla alla nostra sarebbe poco saggio, ma credere fermamente che in ogni evento complicato e doloroso, come quello che stiamo attraversando, Dio ci invita a guardare in alto per verificare la fedeltà della sua promessa: «Pongo il mio arco sulle nubi, perché sia il segno dell'alleanza tra me e la terra», non dà soltanto un conforto psicologico, ma una reale energia per superare le tentazioni del "solo pane materiale", del "io, e gli altri si arrangino", del " Dio fa bene se fa ciò che voglio io", particolarmente insidiose nei momenti difficili, quando l'istinto spinge al "si salvi chi può".


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