Lasciamoci condurre nel deserto

I Domenica di Quaresima - Anno C - 2022

Le paure e le preoccupazioni del mondo non cadono dall’alto, ma nascono da dentro.

Il Rito delle Ceneri, che apre la Quaresima con una sensazione inevitabile di penitenza e tristezza, fa sì che il brano delle Tentazioni di Gesù della prima domenica sia avvertito come una specie di punizione inflitta al Signore. Non è così. Basta non lasciarsi guidare dalla fantasia (il racconto si presta), ma dai testi evangelici che recitano: «fu condotto dallo Spirito nel deserto» (Matteo); «lo Spirito lo sospinse nel deserto» (Marco): «guidato dallo Spirito nel deserto» (Luca, quest’anno). Condotto, sospinto, guidato dallo Spirito… Non può essere una punizione, perché lo Spirito distribuisce doni non sofferenze. Se non può essere una punizione non può che essere una opportunità. Infatti! Nei quaranta giorni nel deserto Gesù conosce “ogni tentazione” che dovrà affrontare nella sua missione, ne riconosce le lusinghe ingannevoli, indica come vincerle.

Le tre tentazioni (tre, nella Bibbia, non significa uno più uno più uno, ma “ogni”) nella moderna cultura del “che male c’è?”, avevano praticamente smesso di essere considerate attive, insidiose, pericolose. Quest’anno probabilmente si tornerà a dare ad esse nuova attenzione per gli avvenimenti imprevisti e imprevedibili che ci stanno coinvolgendo, e ci stimoleranno a lasciarci condurre dallo Spirito nel deserto - non quello di sabbia, ma quello delle nostre convinzioni, dei nostri desideri, delle nostre gioie e dolori - per riconoscerle, guardarle a viso aperto, e rinnovare l’impegno a vincerle.

La prima: «Di’ a questa pietra che diventi pane». Dobbiamo prenderla molto seriamente, come la pandemia ci ha insegnato. Ci eravamo convinti o illusi di poter vivere di solo pane: la tecnica, il progresso, il benessere, la ricchezza, la finanza... Invece è diventato evidente che «non di solo pane vivrà l’uomo». Senza solidarietà, senza equità, senza giustizia, senza consapevolezza di essere un “insieme” anche con i più lontani, sperduti e sconosciuti, ci si ritrova inevitabilmente in lockdown, nonché tra missili e carri armati, sempre come quelli “della pietra e della fionda” (direbbe Quasimodo). Questo non soltanto a livello mondiale, ma anche nella nostra vita quotidiana.

La seconda: «Se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Avrai il potere! Che la tentazione del potere sia devastante ce lo sta gridando con bombe e missili la cronaca di questi giorni. Di chi è l’Ucraina? “È mia!”, “No è mia!”, “Noi siamo più forti e possiamo distruggervi”, “Provateci e vedrete!”. La volontà di prevalere, apertamente o subdolamente, ha portato a quello a cui stiamo assistendo. E vale anche per noi e tra noi. «Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto»… Quando al posto del Signore viene messo un “altro”, a cominciare dal nostro io, le conseguenze sono quelle per le quali stiamo provando angoscia. Se ai nostri livelli sono meno gigantesche, non sono meno insidiose, pericolose e amare.

La terza: «Gèttati giù di qui». “Ma certo! Tanto gli angeli del Signore ci porteranno sulle loro mani. Se siamo figli di Dio, ci penserà lui a riparare le conseguenze del nostro vivere di “solo pane”, del nostro “prostraci in adorazione” davanti a chi ci promette potere e successo; del nostro essere sempre pronti a cercare “altri signori” più promettenti invece di proclamare «Gesù è il Signore!», del nostro pretendere dal Signore “pane e successo” invece di deporre ai suoi piedi «la cesta delle primizie dei frutti della vita che il Signore nostro Dio ci ha dato». «Non metterai alla prova il Signore Dio tuo»… Quando preghiamo accoratamente affinché la pandemia ci liberi dalle sue sfinenti e deprimenti variazioni; quando invochiamo con fervore, magari anche digiunando un po’, affinché cessino le armi tra Russia e Ucraina - e in tutte le altre guerre dimenticate perché meno rischiose per i nostri interessi - non dimentichiamo che Dio è un “papà” affettuoso e misericordioso, ma anche un “padre” serio ed esigente, che non si sostituisce alle responsabilità dei figli, sia nei grandi problemi del mondo, che nel nostro quotidiano. Non perdiamo, perciò, l’opportunità di questi “quaranta giorni” per lasciarci condurre dallo Spirito nel deserto a verificare la nostra posizione di fronte a “ogni tentazione”.


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