Le cose di lassù lievito per quaggiù

Domenica di Pasqua - Resurrezione del Signore - Anno C - 2022

La Pasqua è il lievito di una vita che sempre vuole rinnovarsi.

Tra la Parola che viene dall’alto e la nostra esperienza quaggiù la distanza è sempre forte, a volte addirittura straziante, come in questa Pasqua 2022, nella quale i testi sacri ripetono il festoso annuncio di gioia, di pace, di speranza, di fede, perché: «Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello. Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa»; come certifica Pietro per testimonianza diretta: «Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui, lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno»; come assicura Giovanni per avere “visto e toccato” i segni che il suo corpo non era più avvolto dai teli della morte. Perciò: «Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato: facciamo festa nel Signore».

Ma è possibile fare festa?

A questi inviti si rimane dubbiosi e incerti: facciamo festa per cosa? Siamo ancora dentro a una pandemia che ha messo in crisi il mondo, ormai convinto che la scienza lo avesse messo al sicuro, se non dalla morte, da quasi tutto il suo corteo di malattie e debolezze, ed ecco la guerra tra Russia e Ucraina. Sicuri che - almeno nei nostri paesi progrediti e ricchi – l’avremmo visto soltanto nei film storici e di fantascienza, la guerra è scoppiata a quattro passi da casa, con tutta la sua pazzia vergognosa (come grida papa Francesco) di stragi, violenze, distruzioni, malvagità, minacciando pesantemente il nostro benessere economico, già penalizzato dal Covid e dalle sue varianti, e gettandoci nell’angoscia che una guerra nucleare possa distruggere tutto. Quando è così, è possibile fare festa? Sì, se accogliamo l’invito, risalendo alla sorgente e al motivo della festa: la risurrezione di Gesù. Se invece partiamo dai corollari della festa: l’uovo di cioccolato, la colomba, gli incontri, i viaggi, le gite fuori porta… allora quella di quest’anno – ma anche dell’anno scorso e chissà di quanti altri anni – sarebbe da saltare.

Però il mondo è sempre lo stesso

Ma qual è il nesso tra la risurrezione di Gesù e la nostra vita? Le pestilenze, le guerre, le miserie e le disgrazie sono sempre le stesse, come prima del suo sepolcro vuoto. Allora quale gioia dalla sua Risurrezione? Con la risurrezione di Gesù è cambiato e cambia tutto, perché con il Cristo risorto la morte ha perduto il “prodigioso duello”, perciò se moriamo con lui possiamo risorgere con lui. È veramente così? Non è facile crederlo e non ci sono argomenti per dimostrarlo. Non fu facile per Maria Maddalena, convinta che si trattasse di un furto di cadavere. Ma per lei cambiò tutto. Non fu facile per Pietro e Giovanni che dovettero “vedere e toccare” per crederci, nonostante il Maestro li avesse messi sull’avviso. Ma per loro cambiò tutto. Non è stato facile per tutti coloro che, credendo nel Risorto, hanno combattuto la morte anche con la loro morte. Figuriamoci se è facile per noi. Però, se ci fidiamo e ci affidiamo, possiamo unire le nostre piccole vittorie a quella del prodigioso duello tra “Morte e Vita” affrontato da Gesù. Concretamente ciò significa non arrendersi e non assuefarsi alla morte e a tutto quello che la accompagna e la prepara. Un esempio illuminante e incoraggiante è papa Francesco che non smette di condannare la guerra e invitare alla pace, anche se sembrano parole al vento.

Le cose di lassù e quelle di quaggiù

È bellissimo immaginarsi accanto al Risorto nel prodigioso e vittorioso duello. Ma è realtà o fantasia? Pietro ci ha detto che Gesù è arrivato alla risurrezione «beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo». Noi possiamo arrivarci con lui, facendo del bene, anche piccolo, tutte le volte che la vita ce lo richiede - cioè sempre! – ascoltando Paolo: «Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra». Le cose di lassù non sono quelle per aria, quelle che verranno dopo, ma quelle che ha compiuto Gesù, camminando sulle nostre strade, preparandosi al “prodigioso duello”: la pace, la giustizia, la misericordia, il perdono. Le cose di lassù sono quelle che sostituiscono il «lievito di malizia e di perversità, con àzzimi di sincerità e di verità». Non possiamo fermare le guerre con i carri armati, ma tutte le nostre guerre quotidiane che se combattute conducono a quelle, sì.


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