Le risposte dal deserto

I domenica di Quaresima - Anno A - 2023

La vita, carica di domande, interroga la parola di Dio.

Siamo abituati ad ascoltare la proclamazione della parola di Dio per poi commentarla e farla scendere nella realtà quotidiana. In questo modo ciò che il Signore dice può sembrare – e non succede di rado – una imposizione dal di fuori, anche se viene dall’Alto. È ciò che avverrà anche in questa prima domenica della nuova Quaresima. La prima lettura, dalla Genesi, ci porterà sotto «l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male», dove l’illusione di poter essere come Dio portò i progenitori a scoprirsi nudi e vergognosi di se stessi. Dopo la riflessione di Paolo nella seconda lettura, il Vangelo ci farà entrare nel deserto con Gesù che affronta le tentazioni astute del serpente, secondo le quali il Creatore ci proibirebbe «l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male», per non farci diventare come lui. Dopo l’ascolto, arriverà la predica: commenti e raccomandazioni che raramente rispondono alle domande che la nostra vita sta ponendo in quel momento e che ci si è portati dentro in cerca di risposte.

La vita interroga

Proviamo a partire dalla realtà e dai suoi problemi per domandarci se la Parola, con il racconto del peccato di Adamo ed Eva, e delle tentazioni di Gesù nel deserto, può darci le risposte che cerchiamo. La realtà: la guerra tra la Russia e l’Ucraina, tante altre guerre in diversi Paesi; gli arrivi di migranti così numerosi e continui da sembrare invasioni; un terremoto che ha fatto migliaia di vittime e continua a fare tremare la terra, aggravando la situazione disperata delle popolazioni già in gravissime difficoltà; una siccità che non si vedeva da trent’anni, che si alterna ad alluvioni devastanti; il Covid che ancora si trascina anche se non se ne parla più; la violenza chiamata “minore”: furti, rapine, scippi, sfruttamento, abusi… Potremmo continuare a lungo, ma ci fermiamo e ci domandiamo: la parola di Dio che abbiamo ascoltato risponde ai nostri interrogativi? Indica soluzioni e percorsi per uscirne fuori? Offre stimoli e motivazioni che spingono a impegni concreti? Ciò che propone concorda con ciò che la cultura, la politica, l’economia propongono oppure si distingue da quelle e le contrasta?

La Parola risponde

La parola di Dio ha “la risposta” che le contiene tutte: respingere il «non morirete affatto» del serpente e andare con Gesù nel deserto per individuare e sconfiggere le tentazioni dell’illusione di poter essere «come Dio». Il tentatore: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane», perché il pane ci basta. Il Libro: «Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». La gran parte dei mali che ci preoccupano e angosciano sono scaturiti e scaturiscono proprio dall’aver cercato solo il pane: il dio mercato, il dio guadagno, il dio ricchezza. Se viviamo molto tranquillamente di solo pane (non è difficile verificare), dobbiamo portarne le conseguenze o decidere di cambiare. Il tentatore: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù». A cosa serve un Dio che non fa quello che gli chiediamo, ciò che ci serve, e che non riusciamo a fare da soli? Il Libro: «Non metterai alla prova il Signore Dio tuo». Non puoi chiedere a Dio di dimostrare cosa sa fare e di farlo a tua richiesta. Chiedergli questo significa mettersi al suo posto, e tutte le volte che crediamo di poterlo fare provochiamo dolore e sofferenza. Vedi la storia. Il tentatore: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Il Libro: «Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto». Non adorare soltanto il nostro Dio, l’unico, conduce a piegare le ginocchia e offrire libertà, dignità e verità a una moltitudine di falsi dei.

Con Gesù nel deserto

La Quaresima, “questa" Quaresima, che è unica e tale rimarrà, è un invito a seguire Gesù nel deserto per riconoscere con umiltà e verità quanto le illusioni del “solo pane”, del “Dio pensaci tu”, del voler essere “il più” trovano spazio nella nostra vita, in modo da rimediare e tornare fiduciosi nel “giardino che Dio ha piantato per noi in Eden”; per adorarlo, ringraziarlo di averci plasmato con la polvere del suolo e, grazie al suo alito di vita, averci reso esseri “viventi”.


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