Luci per trovare "la" luce

I domenica di Avvento - Anno A - 2022

Preparare il Natale dando senso e valore alle tradizioni e alle usanze.

Il nuovo Avvento, come tutto ciò che si ripete, ha davanti due prospettive: la noncuranza (lasciarlo scivolare via come cosa risaputa e priva di stimoli), oppure l’approfondimento (viverlo come un’esperienza che non si ripete mai e non cessa mai di esprimere le sue potenzialità). La noncuranza è facile: “l’Avvento cosa può dirci di nuovo che già non abbiamo sentito e risentito?”. L’approfondimento è arduo, anche perché i brani della Parola che vengono proposti sono sempre gli stessi: le profezie dei profeti e il Battista che le realizza.

Uno stimolo dalla vita

Per superare l’ostacolo e non sciupare un tempo spirituale che è sempre nuovo, perché non sarà comunque come quelli passati e come quelli che verranno, lasciamoci provocare dalla preparazione pubblicitaria al Natale, già in azione furbescamente e “professionalmente” da settimane, con quei “riti” e “celebrazioni” che predicatori zelanti da decenni combattono come profanatori della nascita di Gesù, senza però riuscire a fermarli, anzi ritrovandoseli ogni anno più invadenti e seducenti. È una prova da fare. Potrebbe aiutarci a ricordare quel padrone che lodò l’amministratore disonesto, non per la sua condotta deprecabile, ma per l’impegno e l’astuzia nel rimediare il guaio: «I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce» (Lc 16,8). La pubblicità, anche quella sul Natale, è figlia “di questo mondo”, ed è più scaltra di coloro che la condannano o la snobbano.

Il fascino delle luminarie

Il segno più “visibile” dell’attesa sociale del Natale è la luce, con le luminarie che, fino a qualche anno fa (quest’anno, in piena crisi energetica, vedremo come andrà a finire), trasformano i panorami notturni dei borghi, della città e delle megalopoli. Imponenti o umili, private o pubbliche, rendono indubbiamente affascinanti le vetrine, i locali, i giardini, i viali, le finestre, i balconi (anche molte facciate delle chiese), gli appartamenti… aumentando di intensità man mano che la festa si avvicina. Ed ecco il lamento: “Che brutto e inutile spreco di corrente elettrica per ricordare chi è nato povero!”.

Ma davvero un Natale senza spreco di luce sarebbe più autentico? E come si giustificherebbe ciò che accadde in quella Notte Santa, quando venne «nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo» (Gv 1,9); quando un angelo del Signore «avvolse i pastori di luce» (Lc 2,9); quando i Magi vennero da oriente ad adorarlo per aver «visto la sua stella» (Mt 2, 2), quando si realizzò l’antica profezia: «Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse» (Is 9,1)?
Il lamento: ma come si fa ad affermare che queste luminarie richiamano la “luce vera”? In realtà, esse, rappresentano l’insensatezza di «quelli che ai giorni di Noè mangiavano e bevevano…, senza accorgersi che stava per arrivare il diluvio che avrebbe travolto tutto». E se invece esse ci facessero scoprire che quegli insensati siamo anche noi?

Sete di luce

Le luminarie non possono certamente prepararci al “Santo Natale”, ma la gioia che esse suscitano ci rivela, anche inconsciamente, la sete e il bisogno inestinguibili di luce, perché siamo fatti per la luce, quella vera, quella che illumina ogni uomo, quella che Gesù è venuto a portare; e quella che Gesù ci ha chiesto di essere: «Voi siete la luce del mondo», «risplenda la vostra luce davanti agli uomini» (Mt 5,14 - 16).

San Paolo esorta: «Gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce». A questo, se sappiamo comprenderlo, ci invitano anche le luminarie. Anche se piccole e magari “green”, sono il segnale che «è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché adesso la nostra salvezza è più vicina».
Lasciamoci, perciò, affascinare dalle luci del Natale, fossero anche solo le quattro candele della corona di Avvento accese nel cuore della nostra casa. Esse ci invitano a togliere dalla nostra vita ciò che spegne o appanna la luce che Gesù è venuto a donare e a esortarci a nostra volta ad essere luce.


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