Nel cammino della seconda domenica di Avvento, la vicinanza alla solennità dell’Immacolata ci invita a guardare a Maria come al sentiero diritto che conduce al Signore. Il suo “Eccomi”, la sua fiducia e la sua capacità di accogliere diventano il modo concreto per preparare la via indicata dal Battista. Maria ci accompagna quando il cammino si fa difficile e ci aiuta a vivere l’invito di san Paolo ad accoglierci gli uni gli altri.
Nella seconda domenica di Avvento, che si apre con la profezia di Isaia: «Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici», inaugurando tempi nuovi e straordinari nei quali il lupo dimorerà insieme con l’agnello, entra in scena Giovanni il Battista che grida l’urgenza di convertirsi perché il regno dei cieli è vicino, e striglia i farisei e i sadducei, “razza di vipere”, che credono di non aver bisogno di conversione, perché hanno Abramo per padre.
Nella seconda lettura san Paolo indica come mettere in pratica i tempi nuovi portati da Gesù: «Accoglietevi gli uni gli altri come anche Cristo accolse voi, per la gloria di Dio».
Questa seconda domenica di Avvento cede inevitabilmente spazio all’Immacolata che il calendario ha collocato il giorno dopo. Questo abbinamento però non toglie nulla al messaggio del cammino dell’Avvento; anzi lo esalta, perché sarà testimoniato da Maria, colei che ha raddrizzato i sentieri del Signore nel modo più alto e generoso, «schiacciando la testa al serpente» in modo risoluto e definitivo, diventando così icona dell’attesa e dell’accoglienza del Signore, ed esempio da seguire.
«Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!», predica il Battista. Cosa si deve fare per raddrizzarli? I vangeli ce lo annunciano non con ragionamenti difficili ma con ciò che ha fatto Maria.
Ha detto: «Eccomi!» a Dio che la chiamava ad abbandonare i suoi progetti. Sotto l’albero del bene e del male, non si è lasciata sedurre dall’apparenza che fa sembrare il frutto «buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; ha resistito all’illusione di poter diventare come Dio, dichiarando: «Sono la serva del Signore».
Serva del Signore e quindi sorella, amica e compagna dei servi del Signore. Con il frutto proibito ancora tra i denti, Adamo accusa Eva, ed Eva il serpente. Maria invece corre da Elisabetta per portarle aiuto e gioia. Il sì a Dio – non lo dimentichiamo mai – è un sì ai fratelli, come esorta San Paolo: «Accoglietevi gli uni gli altri».
Ha dato alla luce Gesù, lo ha avvolto in fasce, e lo ha deposto in una mangiatoia. L’arcangelo Gabriele le aveva annunciato: «concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Maria vede un bambino piccolo e bisognoso, in una situazione di povertà e provvisorietà, ma accetta le strade di Dio, anche se al di fuori di tutti gli schemi e le aspettative umane. E quando quelle strade diventano davvero ardue, custodisce le cose che avvengono nel suo cuore, meditandole e accettando la fatica del non capire, fidandosi di lui e affidandosi a lui.
A Cana, si dimostra nuovamente il contrario di Eva, spingendo il nuovo Adamo non verso l’affermazione di se stesso, ma ad affrettare il compito di portare la gioia tra gli uomini.
Sotto la croce, nella prova più drammatica e incredibile, continua a credere nella promessa: «Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo», pur vedendolo sconfitto, deriso e crocifisso.
Quando «preparare la via del Signore e raddrizzare i suoi sentieri» ci sembra difficile, non pagante, perdente rispetto a ciò che l’inganno degli occhi fa sembrare buono, bello e desiderabile, non dimentichiamo Maria. Lei è pronta a correre da noi come da Elisabetta, per darci conforto e gioia, per aiutarci a dire il nostro: “Eccomi”, pronti a correre dai fratelli in difficoltà per portare gioia e conforto.
Vieni, Signore Gesù!
Vieni, Signore! Aiutaci a uscire
dall’egoismo e dall’indifferenza.
Rendici disponibili a prepararti la strada
con una vita sobria, forte, positiva,
capace di rinnovarsi ogni giorno.
Vieni, Signore! Rendici disponibili
ad accoglierci gli uni gli altri,
con pazienza e comprensione,
con misericordia e perdono,
come tu accogli noi.
Vieni, Signore! Donaci la capacità
di gettare con fiducia, ogni giorno,
negli ambienti di vita e di lavoro
semi di pace e giustizia,
per collaborare a costruire un mondo
dove lupo e agnello possano vivere insieme.