Natale è luce, gioia, pace, dono

Natale del Signore - Solennità - Anno A - 2019

Il "Buon Natale" che ci scambiamo sarà "buono" se ci incoraggiamo a viverlo per quello che è.

È inutile che gli esperti di liturgia si stizziscano e insistano a predicare che la festa più importate del cristianesimo è la Pasqua. Per il popolo cristiano è il Natale e non c'è confronto con le altre, Pasqua compresa. E la cosa straordinaria è che il Natale di Gesù è la festa "più festa" anche per chi non crede. Sempre di più, in tutto il mondo sembra ci sia una gara a chi trasforma meglio le città, i villaggi, le baraccopoli, le megalopoli, le vetrine, le abitazioni... con più luce, con più fantasia, più meraviglia. È vero che di mezzo c'è il business, ma l'interrogativo rimane: perché al business viene così facile e redditizio approfittare del Natale di Gesù?

Il Natale è Dio che ci sorprende.
Una ragione ci deve essere e a me piace individuarla nel fatto che alla fantasia di Dio nel far nascere un figlio nelle sembianze di un bambino piccolo, povero e indifeso non si può resistere. C'è qualcosa di così grande in questo evento, sia nel come è avvenuto ma anche nel come è stato raccontato, che anche chi non ci crede ne rimane comunque affascinato, e ci vorrebbe credere. Il Natale di Gesù è, infatti, l'invito provocante e spiazzante a ciò che tutti desiderano: rovesciare la logica della forza, della potenza, della violenza, della ricchezza, del profitto, della ricerca dei primi posti, del primato dell'apparenza... a favore della debolezza, della piccolezza, della povertà, della misericordia, del perdono, della gratuità... Il Natale è il "nuovo" che tutti desiderano, è l'alternativa a ciò che la dura realtà ci costringe a subire, è la contestazione a ciò che è purtroppo scontato, usuale, logico. Godiamoci allora questo Natale! Lasciamoci meravigliare come fosse il primo. E viviamolo con santo orgoglio.

Il Natale è ciò che il cuore cerca.
Tutti i brani della Parola di Dio del Natale, già dalla Messa vespertina della vigilia, poi in quella della Mezzanotte e in quelle del giorno, ruotano intorno ad alcune realtà che sono esattamente quelle che ogni cuore umano da sempre aspetta e cerca, e sempre aspetterà e cercherà: la luce, la pace, la gioia, il dono.
«Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce». «Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia». Perché «un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Grande sarà il suo potere e la pace non avrà fine». «Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce». «Vi annuncio una grande gioia»; «è nato per voi un Salvatore»; «sulla terra pace agli uomini»; «la luce splende nelle tenebre».

Senza la gioia c'è il pianto. Senza la pace c'è la paura. Senza la luce c'è l'angoscia. Senza il dono c'è la tristezza. Il Natale è l'evento che ci fa sognare e desiderare ciò che cerchiamo anche nelle forme più sbagliate: una vita tra uguali, senza prepotenti, senza arroganze, senza guerre, senza egoismi. Ecco perché il Natale ci prende e prende tutti, anche quelli che ne approfittano in modi non appropriati.
"Ma il giorno dopo è tutto come prima!", "Che senso ha essere buoni soltanto a Natale?".
Che tutto rimanga come prima dipende da noi. Però, può darsi che a forza di far sognare e dare scossoni, i valori del Natale entrino almeno un po' di più anche nella vita delle persone e nella società. Se in noi il giorno dopo tutto ritorna come prima vuol dire che non ci siamo lasciati meravigliare e coinvolgere abbastanza. Pazienza! Vivremo meglio il prossimo. Perché è così: appena il giorno di Natale va verso il tramonto si comincia a pensare a quello che verrà.


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