Nel «voi» di Gesù ci siamo tutti

V domenica del Tempo Ordinario - Anno A - 2023

Il sale e la luce operano soltanto se messi dentro.

Gesù, dopo aver enunciato le Beatitudini, la piattaforma – si direbbe oggi – della sua proposta di vita, e prima di continuare con quello che sarà chiamato il Discorso del Monte, con il quale specificherà i punti essenziali del suo programma: il rifiuto dell’occhio per occhio, il perdono settanta volte sette, ovvero sempre, l’amore ai nemici, il bene fatto con sincerità e discrezione, la pericolosità della ricchezza come idolo, la preghiera che non spreca parole: il Padre Nostro – tutti decisamente alternativi a quelli che da sempre hanno prevalso nelle persone e nei popoli – proclama: «Voi siete il sale della terra. Voi siete la luce del mondo».

A volte Gesù doveva spiegare le sue proposte, soprattutto quando le faceva con parabole, altre volte invece il suo messaggio era così chiaro che non c’era niente da capire, ma soltanto o da accogliere o da rifiutare, come in questo caso. Anche allora, come noi oggi, e forse anche meglio, tutti conoscevano benissimo cosa sono il sale e la luce, a cosa servono, quali effetti producono, in che modo e quando servirsene. Sapevano, più di noi, che il sale dà sapore e gusto ai cibi, che ne difende la commestibilità nel tempo, preservandoli dalle muffe; e non avevano bisogno di spiegazioni sulla luce e sulla sicurezza e il calore che essa diffonde. Perciò non si saranno chiesti: “Cosa vuol dire Gesù?”, ma: “A chi si rivolge Gesù?”. E si saranno risposti come noi oggi: “Non a noi sicuramente che di sale e di luce abbiamo bisogno, insipidi e confusi come siamo, ma a quei privilegiati che ogni tanto Dio manda sulla terra, per esserci di esempio, di stimolo, di incoraggiamento”.

Quel «voi siete» è anche per noi

La nostra risposta è comprensibile, anzi, potrebbe anche esse scambiata per una professione di santa umiltà, come non di rado è accaduto. Però è sbagliata. Gesù si rivolgeva a coloro che aveva dichiarato beati, cioè a quelli che il “mondo”, al contrario, considerava perdenti e insignificanti, e li aveva indicati come meritevoli del regno dei cieli, già adesso e poi nella vita eterna. Niente falsa umiltà, perciò. Gesù si rivolge a noi cristiani, anche se un po’ insipidi e sfuocati, perché l’essere sale e luce ci viene fornito dalla sua parola che diventa vissuta in generosità e gratuità, in coraggio nelle difficoltà, in perdono e misericordia, in sincerità di vita, in impegno per costruire pace e portare giustizia. Ci dà coraggio il fatto che di sale ne basta un pizzico per dare sapore a una quantità considerevole, e una piccola fiammella sconfigge il buio. A condizione però che il sale e la luce vengano messi “dentro”. Una montagna di sale accanto a una scodella di cibo lo lascia insipido. Pochi grani, dentro, lo rendono saporito. Ugualmente, una stanza rimane buia se la candela è lasciata fuori della porta.

Siamo sale e luce “dentro”?

L’esame di coscienza non è difficile. Se portiamo “dentro” la vita il sale e la luce della sua parola vissuta, la presenza si deve sentire. Verifichiamo! In famiglia, si sente e si vede che ci siamo? Nei luoghi di lavoro; negli impegni di tipo sociale e comunitario (riunioni di condominio, di quartiere, di scuola, di parrocchia…); nei momenti di tempo libero e di divertimento (al bar, in discoteca, allo stadio…); negli incontri provvisori per strada, in autobus, in metropolitana… si sente e si vede che ci siamo? Quando arriviamo, ci si accorge che la situazione cambia, che la qualità del servizio, della discussione, del dialogo, dell’allegria registrano uno scatto verso l’alto?
Allargando il campo di osservazione, quanto sale e quanta luce delle Beatitudini portiamo nell’attuale società? I vescovi italiani, per celebrare in questa domenica, come ormai è tradizione, la Giornata per la Vita, hanno intitolato il loro messaggio: La morte non è mai una soluzione. Un titolo preoccupante ma attuale perché: «In questo nostro tempo, quando l’esistenza si fa complessa e impegnativa, quando sembra che la sfida sia insuperabile e il peso insopportabile, sempre più spesso si approda a una “soluzione” drammatica: dare la morte». Il messaggio si conclude, raccomandando «l’impegno a smascherare la “cultura di morte”, la capacità di promuovere e sostenere azioni concrete a difesa della vita, mobilitando sempre maggiori energie e risorse». In poche parole: prendere sul serio il: «Voi siete il sale della terra. Voi siete la luce del mondo».


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