Non perdiamo mai lo sguardo di Gesù su Pietro

Domenica delle Palme - Anno C - 2016

Alcune piste per vivere l'intensità di questa Domenica: Credere in Gesù significa diventare discepoli; la sua misericordia sostiene la nostra debolezza; lo sguardo di Gesù e il pianto di Pietro; Chiediamo a Gesù il dono di non perdere mai questo suo sguardo.

Commentare con una predica la lettura della Passione sarebbe presunzione, perché nessuna parola nostra può aggiungere nulla al racconto, servirebbe soltanto a rovinare l'intensità dell'ascolto, rendendo pesante e fastidiosa la celebrazione. La domenica delle Palme - lo sappiamo - raduna quasi sempre più gente che la stessa Pasqua. L'affollamento e la lunghezza rischierebbero di rovinare la celebrazione.

Suggerisco, perciò, una breve introduzione per indicare alcune piste per rendere più facile da seguire e da interiorizzare l'ascolto.

Le piste possono essere le seguenti.
Credere in Gesù significa diventare discepoli
L'evangelista Luca è quello che accentua di più la fede in Gesù come discepolato. Credere in lui deve diventare seguire i suoi passi, con la stessa determinazione con la quale egli segue la volontà del Padre, fino al sacrificio supremo.

La sua misericordia sostiene la nostra debolezza
Seguire i suoi passi è difficile, ma non ci devono spaventare i nostri vuoti di coraggio, le nostre debolezze, le nostre incoerenze, e perfino i nostri rinnegamenti. Gesù non è venuto per condannare, ma per aprirci alla misericordia del Padre. Le prime parole di Gesù appeso alla croce sono una richiesta di perdono per i suoi crocifissori: "Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno"; e il primo segno che la porta della misericordia divina – la prima Porta Santa - è stata aperta è il perdono al malfattore: "In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso".

Lo sguardo di Gesù e il pianto di Pietro
Se desideriamo accogliere il racconto della passione in modo ancor più profondo, come un invito forte e amorevole alla conversione, ascoltiamolo mettendoci al posto di Pietro, nei suoi slanci coraggiosi di amicizia e nelle sue improvvise paure; nella sua generosità e nella sua fragilità; nella sua volontà di dare tutto e nelle sue paure della serva; nel suo pianto, amaro non per disperazione ma per amore, come risposta allo sguardo di Gesù.

Chiediamo a Gesù che quello sguardo ci sia sempre anche per noi.
Chiediamo a Gesù il dono di non perdere mai questo suo sguardo.


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