O tra i beati o tra i guai

VI Domenica del Tempo Ordinario - Anno C - 2019

Il Signore perdona le cadute, ma non accetta compromessi. Le scelte devono essere nette: o di qua o di là.

La parola di Dio di questa domenica è talmente chiara che c'è poco da spiegare. Il profeta Geremia, nella prima lettura, mette subito le cose in chiaro: «maledetto l'uomo che confida nell'uomo», «benedetto l'uomo che confida nel Signore». O di qua o di là. Non c'è una posizione intermedia. Il salmo, il primo del salterio e in qualche modo titolo e riassunto del libro, concorda con il profeta e lo rafforza: «Beato l'uomo che ... nella legge del Signore trova la sua gioia, è come albero piantato lungo corsi d'acqua», «non così i malvagi», che sono «come pula che il vento disperde». Poi il vangelo, con una durezza addirittura sorprendente perché scritto da Luca, scriba mansuetudinis Christi (il narratore della misericordia di Gesù): «Beati voi, poveri; beati voi, che ora avete fame; beati voi, che ora piangete; beati voi, quando gli uomini vi odieranno» e «guai a voi, ricchi; guai a voi, che ora siete sazi; guai a voi, che ora ridete; guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi».

Poco da spiegare, molto da meditare. Per tutti. Perché Gesù si rivolge non soltanto ai Dodici, ma a «gran folla dei suoi discepoli» e a «gran moltitudine di gente»: a tutti. E non parla della beatitudine e dei guai come di un argomento di studio, ma indica coloro che sono beati o nei guai: "Beati voi!"; "guai a voi!".

Quel "voi" è per ciascuno e per tutti noi, non per "specialisti" che possono permettersi raffinatezze spirituali nei conventi o in scelte di vita particolari, dove non ci sono preoccupazioni materiali da soddisfare. Luca ce lo fa capire anche facendo scendere la proclamazione delle Beatitudini che Matteo colloca "sul monte", il luogo dell'incontro con Dio, "in un luogo pianeggiante", nella pianura, dove si incontrano i problemi della quotidianità.

Meditare e riflettere molto su cosa? Prima di tutto per decidere se questa parola merita di essere presa in considerazione, oppure se sia da lasciarsi come una bella utopia dentro al libro. È una decisione da prendere, perché la nostra esperienza concreta dice esattamente il contrario: beati sono i ricchi, i sazi, i contenti, gli importanti, non quelli dell'altro versante. Se per noi fosse così, il discorso sarebbe chiuso. Ma siccome noi la consideriamo parola di Dio, dobbiamo verificare se riusciamo non soltanto ad apprezzarla, ma anche a seguirla, magari dopo averla capita bene. I "beati", infatti, non sono i poveracci, i morti di fame, i disperati, gli sfigati, ma tutti coloro che non si lasciano chiudere la testa e il cuore dai beni materiali; che non si considerano mai sazi e contenti, diventando indifferenti e strafottenti nei confronti dei bisognosi; che non vivono soltanto per cercare il successo personale. "Beati" sono coloro che nei pensieri, nei desideri, nei progetti, nelle azioni della vita, hanno posto per altro che non sia il solo benessere materiale (la giustizia, la pace, la solidarietà...), e per gli altri.
A che punto siamo? Ognuno di noi risponda a se stesso, per se stesso.

Insieme invece chiediamoci: come si fa ad accettare questa logica della parola di Dio così diametralmente contraria alla logica umana? La risposta ce la dà san Paolo: «Se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede»; «se noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto per questa vita, siamo da commiserare più di tutti gli uomini». Si può credere a Gesù e vivere secondo la sua parola soltanto alzando lo sguardo al di là dell'orizzonte umano.
Ma la risposta della fede è estranea del tutto alla nostra intelligenza? No. Se osserviamo attentamente la realtà, la nostra testa è in grado di suggerirci come stanno effettivamente le cose. Una volta i predicatori ricorrevano molto ai racconti della triste fine di coloro che avevano dedicato tutta la vita ai soldi e al successo. Oggi sono le cronache a raccontarcela. In questi ultimi due anni la morte tragica, precoce, angosciante di famosissimi cantanti, divi, campioni e vip fa realisticamente pensare che sembravano essere beati... ma in realtà erano nei guai.


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