Preghiamo sempre senza stancarci mai

XXIX Domenica del Tempo Ordinario - Anno C - 2016

In questa XXIX domenica del tempo ordinario la liturgia ci invita a mantenere un atteggiamento di costante affidamento a Dio, anche durante gli impegni e le occupazioni della giornata, per ricevere da Lui il dono dello Spirito.

Se vogliamo ascoltare quello che dice Gesù ai suoi discepoli, non c'è scampo: è necessario "pregare sempre, senza stancarsi mai". E come si fa? Se intendiamo le parole di Gesù come affermazione teorica dell'importanza fondamentale della preghiera, oppure perché - come si sente dire spesso - tutto è preghiera, va bene. Ma se le prendiamo alla lettera, è possibile metterle in pratica?

Sì, se distinguiamo il pregare dal dire le preghiere, e se non crediamo che pregare significa chiedere a Dio di fare la nostra volontà. E' molto diffusa l'abitudine - anche perché siamo stati abituati così fin da bambini – di ridurre la preghiera e dire le preghiere, cioè a recitare formule. Lo sanno bene i confessori. Se chiedono al penitente: "Hai pregato?", la risposta è: "Dico quasi sempre le preghiere della sera. Al mattino no, perché vado di fretta". "E durante il giorno?". "Durante il giorno? Con tutto quello che ho da fare? Come faccio?".

Dire le preghiere, cioè ricavare durante il giorno tempo per meditare e celebrare è necessario. E' quello che Gesù chiama "la preghiera nella tua camera" (Mt 6.6). Lo faceva anche lui prima dell'alba e dopo il tramonto. Durante il giorno, però, era continuamente impegnato a predicare e a guarire. Allora non pregava sempre senza stancarsi mai?

Il suo operare era sempre in comunione con il Padre, a volte manifestato con l'alzare gli occhi al cielo (Lc 9.16; Gv 7,1; 11,41). Questa filiale, continua e profonda unione con il Padre era il suo pregare sempre senza stancarsi mai. Questo deve essere il nostro pregare, che, quindi, non significa recitare continuamente formule mentre svolgiamo le nostre attività quotidiane, con il rischio di trascurarle o di compierle male, ma invocare luce, forza, pazienza per vivere secondo la sua volontà ciò che stiamo facendo; lodarlo e ringrazialo per ciò che riusciamo a compiere di bello e di buono; chiedere perdono per ciò che abbiamo fatto male... Questo "pregare sempre" non sottrae tempo ed energie ai nostri impegni quotidiani. Al contrario, li potenzia, perché vivere tutto in unione consapevole con il Signore non può non spronarci a dare il meglio di noi stessi. Potremmo dire che pregare sempre è mettere in pratica l'esortazione di Paolo: "Sia che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa (le faccende, il lavoro, i viaggi, il divertimento...) fate tutto per la gloria di Dio" (1Cor 10,31).

Di fronte alla minaccia amalecita, gli ebrei non scappano sul monte a pregare, combattono. Però Mosè, sostenuto da Aronne e Cur, alza le braccia verso Dio per tutto il tempo della battaglia. Così deve essere il nostro pregare: battagliare con le braccia alzate, cioè con il pensiero e il cuore verso il cielo. Che senso ha, altrimenti, recitare la preghiera della sera quando la giornata è stata consumata secondo i nostri criteri? Possiamo chiedere perdono o ringraziare, ma non la possiamo recuperare.

Se preghiamo sempre, con l'insistenza della vedova nei confronti del giudice "che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno", Gesù ci assicura di essere ascoltati. Ma è vero? Ammettiamolo! Non ne siamo per niente sicuri. Il dubbio nasce perché spesso preghiamo, chiedendo a Dio di appoggiare i nostri progetti, non di avere la forza di mettere in pratica la sua volontà. Se preghiamo così, più preghiamo più rimaniamo delusi, perché Dio non ci sta. Se invece preghiamo per poter fare la sua volontà, pregare sempre ci fa approfondire la consapevolezza di essere sue creature, ci aiuta a vincere la tentazione dell'albero del bene e del male, ci dà la capacità di affidarci a lui, e ci dona lo Spirito Santo che ci fa capire che Dio ci esaudisce anche quando non ce ne rendiamo conto (Lc 11,13).

Pregare è difficile, perché è difficile affidarsi a Dio. Gesù ne è consapevole, infatti esclama: "Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?". Troverà la fede sulla terra? Non lo sappiamo. Intanto, preghiamo sempre senza stancarci mai, affinché la trovi in noi.


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