Prendiamo Gesù sulla nostra barca

XII Domenica del Tempo Ordinario - Anno B - 2021

Quando si alzano i venti non si abbassi la fiducia nel Signore.

Il racconto evangelico di questa domenica è di quelli impossibili da dimenticare. Lo conosciamo. Gesù, essendosi radunata «una folla enorme» (Mc 4,1) aveva chiesto di salire su una barca in modo di poter parlare più agevolmente alla gente sistemata lungo la riva. Probabilmente, salvo un breve stacco per mangiare a casa di Pietro, servito anche per spiegare ai "Dodici" le parabole che non avevano capito (Mc 4,10), aveva trascorso la giornata così. Da sfinimento! «Verso sera – aveva detto ai discepoli - : "Passiamo all'altra riva"». Essi, «congedata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca». "Così com'era". Questo inciso misterioso fa discutere gli esperti. Forse vuol dire la cosa più semplice: così come era, dove stava, come stava, nello stesso posto dal quale aveva parlato. È consolante anche pensare che fosse talmente stanco da non voler cercare nemmeno un posto più comodo. Ce lo fa sentire più vicino.

C'è tempesta e Gesù dorme
Poi accade quello che sappiamo: «una grande tempesta di vento» non rara su quel "mare" piccolo ma bizzoso. Gli uomini, quasi tutti pescatori abituati a fronteggiare la forza delle onde, non riescono a gestire la situazione, tanto che temono di affondare. E Gesù? Gesù «se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva». A poppa: la parte della barca che per prima va a fondo; dorme: come se non fosse nella tempesta, o come se non gliene importasse niente; sul cuscino: comodo, tranquillo (il particolare del cuscino, esclusivo dell'evangelista Marco, fa pensare a come Pietro, di cui raccoglie le testimonianze, raccontava il fatto) mentre i discepoli, agitati e impauriti, cercano di cavarsela da soli, ma quando temono il peggio si arrendono e decidono di svegliarlo: «Maestro, non t'importa che siamo perduti?».

È la nostra vita
Questa scena è la fotografia della nostra vita. Che è come il mare di Tiberiade, soggetta a tempeste impreviste e improvvise: malattie, disgrazie, abbandoni, crolli economici, catastrofi naturali... Pensiamo agli sconvolgimenti provocati dalla pandemia di Covid-19. E Gesù cosa fa? Dorme! Sul cuscino! Non per niente papa Francesco nella memorabile preghiera solitaria in Piazza san Pietro del 15 marzo 2019 scelse questo brano. Quella sera, tra coloro che in tutto il mondo che ne seguivano i gesti e le preghiere ci sarà stato qualcuno di noi che non ha pensato che Gesù non fosse in quel crocifisso bagnato dalla pioggia, ma a poppa che «dormiva sul cuscino»? Chi non lo ha implorato come i discepoli: "Gesù, cosa fai? Dormi? Non t'importa che siamo perduti?". È sempre così: quando il vento si alza e le onde si rovesciano sulla barca, crediamo che se ne stia a dormire, che non gli importi che noi affondiamo. Allora lo invochiamo e proviamo a svegliarlo come i suoi discepoli sul lago, ma a noi non si sveglia, non minaccia il vento e non comanda al mare di calmarsi, non porta «grande bonaccia» nel mare della nostra vita. Così entriamo in crisi e ci lamentiamo.

È la nostra fede debole
Questa scena è la fotografia anche della nostra fede in Gesù. Cessato il vento, calmatosi il mare, passato il pericolo, Gesù rimproverò i discepoli: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». Dopo averlo visto guarire malati di ogni tipo, sanare i lebbrosi, cacciare i demoni, perdonare i peccati..., non erano stati capaci di credere che la sua presenza serena sulla barca fosse la garanzia che egli avrebbe dominato il vento e il mare. Meritiamo lo stesso rimprovero anche noi. Abbiamo la sua promessa: «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20), ma se non interviene come noi vorremmo contro i venti e le tempeste dubitiamo di lui. Torniamo a quella sera in Piazza San Pietro. Pensiamo davvero che Gesù se ne stava a dormire, mentre tutto il mondo con papa Francesco gli chiedeva di placare la tempesta? No. Stava sicuramente calmando i venti e la tempesta, ma secondo i suoi modi e i suoi tempi, che possiamo capire soltanto accettandoli per fede.

Alla richiesta di Gesù: «Passiamo all'altra riva», i discepoli «lo presero con sé». Se non lo avessero preso con sé, sarebbe stata tutta un'altra storia. Perciò non dimentichiamo mai di prenderlo con noi sulla barca.


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