Preparate!

III Domenica di Avvento - Anno A - 2019

Il Natale è la festa più impegnativa da preparare. Non soltanto, però, per le tante "cose" da fare.

La prima domenica di Avvento ci ha invitato a "vegliare", a vivere la vita con occhi attenti e sguardo profondo, senza fermarci alle apparenze, senza andare avanti per forza di inerzia, accodandosi agli altri dovunque vadano. La seconda domenica ci ha invitato a "raddrizzare", sull'esempio dell'Immacolata, i sentieri che portano all'incontro con il Signore, i quali, se si veglia, manifestano deviazioni, buche, inciampi. La terza domenica ci stimola a "preparare" questi sentieri, cioè a porre in atto gli interventi che ne garantiscano il miglioramento.

Esemplare per questa operazione è la testimonianza di Giovanni. Ha "svegliato" il popolo con voce potente: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Lo ha esortato con toni decisi a "raddrizzare" i loro sentieri, perché stava arrivando la scure di "uno più forte di lui", che con in mano la pala per pulire la sua aia e raccogliendo il suo frumento nel granaio, avrebbe "bruciato la paglia con un fuoco inestinguibile", eliminando alla radice le vipere come i farisei e i corrotti come Erode.

Poi "uno più forte di lui" era arrivato ed egli lo aveva presentato alle folle e ai suoi discepoli come "Agnello di Dio", che presto avrebbe iniziato a roteare la scure, a raccogliere il frumento e a bruciare la paglia con fuoco inestinguibile. Invece, niente di tutto questo: l'Agnello di Dio aveva scelto altri criteri per indicare le vie del Signore, mentre quelli che avrebbero dovuto essere vagliati come paglia da gettare nel fuoco avevano messo lui a tacere nel buio di una prigione. Intanto Gesù non spezzava, non sradicava, non condannava, non distruggeva, ma ricopriva di misericordia i peccatori e sollevava tutti coloro che avevano mani stanche e ginocchia vacillanti. E allora anche il più grande tra i nati di donna, il precursore impavido dalla fede granitica, «al buio della prigione aveva aggiunto il buio del dubbio» (come dice papa Francesco), e aveva mandato i suoi discepoli a cercare certezze: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?».

Gesù non dà risposte chiare, ma gli invia gli indizi per decidere, perché anche Giovanni doveva vegliare e raddrizzare: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo». Il Battista valuta e abbandona le sue strade per accogliere quelle inaspettate e sorprendenti di Dio, accettando di essere messo a tacere ed eliminato da coloro che avrebbero dovuto essere spazzati via.

Allora come preparare i sentieri del Signore? Quali deviazioni eliminare? Quali ostacoli togliere, e quali buche riempire per spianare la strada? I criteri sono gli stessi inviati a Giovanni: fare tutto ciò che può portare sollievo e alleviare sofferenze a "ciechi, zoppi, lebbrosi, sordi, morti, poveri".
"Ma ci sono oggi queste categorie?". Anche se per il fariseismo moderno non si possono più chiamare così, ma "diversamente abili", ce ne sono, e tanti, da dare la sensazione che sia inutile preoccuparsi di loro, "tanto non cambia niente, perché ce ne saranno sempre di più".

Il primo e più importante "lavoro stradale" per preparare i suoi sentieri consiste proprio nel superare la sensazione dell'inutilità del bene, perché "tanto non cambia niente". Nemmeno Gesù ha aperto gli occhi a tutti i ciechi, gli orecchi a tutti i sordi, le gambe a tutti gli zoppi... Ha fatto tutto quello che poteva fare chiedendo a noi di fare tutto ciò che possiamo fare, con la costanza dell'agricoltore che «aspetta il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le prime e le ultime piogge».

Perciò «irrobustiamo le mani fiacche, e rendiamo salde le ginocchia vacillanti», e prepariamo i sentieri del Signore, eliminando le buche, gli ostacoli, le deviazioni, per fare emergere dovunque possiamo «la gloria del Signore, e la magnificenza del nostro Dio».


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