Quella smania di primeggiare

XXIX Domenica del Tempo Ordinario - Anno B - 2021

Dentro di noi e intorno a noi la voglia deleteria di saltare la fila.

Quelli che dei Vangeli conoscono soltanto i brani ascoltati nella Messa domenicale, ma anche coloro che studiano i quattro libri soltanto per stabilire date di composizione, etimologia rigorosa delle parole, comparazioni tra i diversi codici antichi, nonché coloro che scorrono le righe alla ricerca frettolosa di indicazioni morali, si perdono i particolari che rivelano la ricchezza e la bellezza della esperienza terrena di Gesù. Il brano di Vangelo che la liturgia proclama in questa domenica ci offre un'occasione da non perdere.

Sono i giorni in cui Gesù cerca di far comprendere ai Dodici che la sua missione sta evolvendo velocemente verso la sua tragica conclusione. Essi, però, non sembrano molto interessati alla sua sorte. Infatti due di loro, Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, tra i primi a seguirlo e di sicuro rilievo nel gruppo, si avvicinano al Maestro. "Si avvicinano". Il verbo indica un movimento cauto, quasi circospetto, che però, come vedremo, servirà poco. «Che cosa volete che io faccia per voi?», chiede Gesù. Senza esitare, come se fosse la cosa più normale, anche se assolutamente non in linea con gli insegnamenti che stavano ricevendo, rispondono: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo... Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Mica poco! Gesù pazientemente cerca di riportarli a terra.

E gli altri dieci? Nonostante i due si siano "avvicinati" con circospezione, gli altri dieci si sono accorti della manovra. Come reagiscono? Si sarebbe portati giustamente a pensarli dalla parte del Maestro, uniti a lui nel rimproverarli per il desiderio di primeggiare. Macché! Si degnano con Giacomo e Giovanni, non perché si sono comportati male, ma per aver cercato di saltare la fila e passare furbescamente davanti. La scena, umanissima, si chiude con Gesù che ripete la sua lezione: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti».

Adesso spostiamo l'attenzione dal libro alla realtà – come è bene fare sempre per non lasciare la parola di Dio dentro le pagine – dove vediamo la scena degli apostoli che si ripete continuamente in forme sempre nuove e in tutte le situazioni: chi cerca di saltare la fila, di arrivare prima e più in alto degli altri, "avvicinandosi" a ciò o a chi sembra in grado di agevolarlo, e chi, "accorgendosi", si indigna non per il comportamento sbagliato, ma per il timore di essere scavalcato. È quello che stiamo vedendo in maniera eclatante, in questi giorni, tra gruppi e partiti che si rimproverano di strumentalizzare le situazioni, approfittando di tutte le occasioni – compresi vaccino e green pass –, non per esortarsi a mettersi insieme per la ripresa del paese dopo i colpi pesanti della pandemia alla vita sociale ed economica, ma per arrivare prima e più in alto.

E in basso, tra noi, nelle case, nei luoghi di lavoro, cosa succede? Esattamente la stessa cosa, perché il desiderio dei figli di Zebedeo è dentro ciascuno di noi, non essendo altro che il cedimento al serpente: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male» (Gn 3,4-5). Sì, i nostri occhi si sono aperti, ma per vedere le guerre, le tragedie, le distruzioni nate e che nascono da questa illusione.

«Tra voi però non è così», dice Gesù. Dovrebbe essere così. Purtroppo non lo è stato nel corso dei secoli, nemmeno nella storia della Chiesa, e ancora non lo è oggi. Papa Francesco sta spingendo in tutti i modi verso questa direzione, ma la radice resiste anche agli strappi più robusti. Gesù è misericordioso e comprende, perché «egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi», perciò «non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze», ma questo non ci dispensa dal contrastare dentro di noi e intorno a noi questa smania.

Ma perché dobbiamo combatterla? Gesù non si perde in spiegazioni complicate. Porta il suo esempio: «Anche il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti». Le motivazioni, però, ce le abbiamo davanti agli occhi noi: i rancori, i litigi, le guerre, le ansie... nascono tutti da lì.


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