Quest'anno è proprio Pasqua

Domenica di Pasqua - Anno A - 2020

Un'esperienza così impensata e difficile può rafforzare la nostra fede nel Signore Risorto.

Già da molti giorni, rendendoci conto che la quarantena in casa non sarebbe finita prima delle feste pasquali, ci domandavamo preoccupati: "Senza celebrazioni, senza incontri con i parenti, senza uscite fuori porta che Pasqua sarebbe?". Adesso che siamo nella situazione temuta, la domanda è: "Questa che Pasqua è?".

Come ci rispondiamo? Che una Pasqua così non vale, che è una Pasqua rovinata da cancellare da quelle vissute e da quelle che vivremo? Saremmo tentati di farlo, ma, sapendo che il lamento non serve, possiamo provare a dire che "quest'anno è proprio Pasqua". È sensata questa risposta, oppure è soltanto ipocritamente devota? Per la parola di Dio è quella giusta. Ascoltiamo i brani evangelici che quest'anno non sentiremo proclamare in chiesa, ma che sicuramente abbiamo in memoria, o che possiamo benissimo trovare il modo di leggere o ascoltare.

Ascolteremo il messaggio dell'angelo alle donne: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto».
Pietro ci assicurerà che la risurrezione di Gesù non è una favola inventata, ma una realtà che egli può testimoniare. Infatti, essendo andato quella mattina con Giovanni di corsa al sepolcro, e avendo verificato che le donne avevano detto la verità, può affermare: «noi abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti».
Paolo trae da questa verità le indicazioni per la nostra vita: «Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio».
Questi annunci, a ogni Pasqua, ci ricordavano che la vita è un passaggio, non soltanto da questa terra alla casa definitiva, ma nel continuo quotidiano passare dal male al bene, rivolgendo il pensiero «alle cose di lassù, non a quelle della terra». Un cammino faticoso, ma, se compiuto con una scelta libera e convinta, fonte di gioia vera.
La festa di Pasqua, come tutte le feste cristiane, ha avuto sempre lo scopo di stimolarci a cercare la gioia. Gli altri anni, però, questa "gioia pasquale" ce la trovavamo pronta nelle celebrazioni, nelle mense imbandite, nelle gite fuori porta... più che nell'annuncio: «Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato: facciamo festa nel Signore», e nella sicurezza della sua presenza accanto a noi.

Quest'anno niente ci viene regalato, è soltanto dalla fede nel Signore risorto che possiamo trovare gioia e serenità anche in situazioni così umanamente tristi e preoccupanti. Quest'anno non possiamo passare la Pasqua, dobbiamo viverla realmente, portando le cose "di quaggiù verso quelle di lassù", cioè quelle di quaggiù ci portano verso un livello più alto di vita: la pazienza, l'altruismo, il rispetto degli altri, l'attenzione ai più deboli, la sopportazione... Comportamenti che permettono di trovare tutta la gioia possibile anche nelle situazioni più difficili.

Non è facile! Non è stato mai facile. Gli altri anni poteva accadere di scambiare la gioia della festa con la gioia della Pasqua. Quest'anno non può accadere così, perciò è molto più difficile. La parola di Dio, ci viene di nuovo in soccorso. La sera di Pasqua, due discepoli tornavano a Emmaus, tristi. Avevano creduto al Maestro, l'avevano seguito, sperando di vedere realizzare tutto ciò che annunciava. Invece era tutto finito dentro un sepolcro. Perciò, delusi e tristi, tornavano a casa, alla vita di prima, abbandonando i sogni. Ma a essi si era aggiunto un pellegrino che li aveva confortati, tanto da invitarlo a restare, perché si faceva sera. Sappiamo com'è andata. Avendolo riconosciuto nello spezzare il pane, via stanchezza e tristezza: «senza indugio» a Gerusalemme. Un po' lo siamo sempre come i due discepoli, ma quest'anno siamo proprio come loro.

Lasciamoci accompagnare, riconosciamolo nello spezzare il pane, condividendo la fatica di questi giorni, e avremo fatto Pasqua forse come non mai.


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