Riscoprire la Messa come un dono insostituibile

Santissimo Corpo e Sangue di Cristo - Anno B - 2015

Il Corpus Domini è una delle feste più care alla pietà popolare, anche se ha perso molto del suo fascino dopo il trasferimento alla domenica seguente (1977). E' bello che sia così, e ci si deve impegnare, sacerdoti e laici, a mantenere vive le tradizioni, per non farla diventare una domenica qualunque.

A noi però interessa riflettere su un problema che proprio la festa del Corpus Domini, soprattutto quando capita a fine maggio o ai primi di giugno, mette ogni anno di più davanti agli occhi un fatto preoccupante: la caduta del "precetto festivo" e la conseguente marginalizzazione della Messa domenicale. Con questa festa, infatti, normalmente arriva il caldo, e con esso la Messa cede il posto al mare e ai monti. La crisi economica ha aggravato il fenomeno, perché, molte famiglie, impossibilitate a prendersi le tradizionali ferie estive, cercano di consolarsi con le uscite nel weekend.

Questa è la situazione, che qui prendiamo in considerazione non per analisi, lamentele e recriminazioni, ma per verificare qual è l'importanza dell'Eucaristia nella nostra fede. La riflessione è necessaria, perché c'è il rischio che anche per noi la Messa della domenica diventi un optional. Il segnale di questa eventualità sta nel fatto che sono sempre di più i cristiani – non solo quelli della domenica, i "messaroli", ma anche quelli impegnati: catechisti, collaboratori parrocchiali a vario titolo...-- che, avendo partecipato da giugno a settembre alla Messa domenicale soltanto quando il maltempo o un altro grave impedimento li ha costretti a rinunciare all'uscita, tornando a Messa dopo l'estate, si accostano alla comunione senza sospettare lontanamente il bisogno di passare attraverso la Confessione.

Come reagire?

C' è una sola strada: riscoprire l'Eucaristia come dono. E senza tanti rimpianti per il "precetto", perché, immersi come siamo in una cultura per la quale ogni "si deve" crea allergia, esso ha perso ogni efficacia, e anche perché forse esso è stato uno dei motivi che ha fatto scadere l'importanza dell'Eucaristia nella vita dei cristiani. Infatti, tutto ciò che "deve essere fatto" non lo si fa amore, con cura, con attenzione: basta farlo. Così, la Messa bastava "prenderla", stando lì, senza capire ciò che si diceva e accadeva, offrendo a Dio il sacrificio che comportava per ottenere favori per sé, per i familiari, per i propri defunti. In questo modo, pian piano, essa non è stata più avvertita e vissuta come un dono del Signore, ma un dono fatto a lui, come i sacrifici antichi agli dèi.

La Messa è un dono: «Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: "Prendete, questo è il mio corpo". Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: "Questo è il mio sangue dell'alleanza, che è versato per molti"». Nella Messa non siamo noi a dare qualcosa al Signore, è lui che dona a noi. E non qualcosa, ma se stesso. E senza di lui dentro di noi non è possibile vivere come lui è vissuto. La Messa non è una tassa da pagare, ma un tesoro da ricevere.

C'è una frase di Gesù che non dobbiamo mai dimenticare: "Senza di me non potete far nulla". Queste parole valgono soprattutto per l'Eucaristia, perché mangiare il suo corpo e bere il suo sangue è l'intimità più profonda che possiamo realizzare con lui. Si sente dire spesso, anche tra i cristiani: "Cerco di vivere bene e trovo anche il tempo per fare volontariato. A cosa mi serve la Messa? Gesù ci ha chiesto di amare gli altri, non di andare a Messa. Quindi se io voglio bene agli altri ...".

Certamente si può essere persone brave e generose anche senza andare a Messa, e il comandamento di Gesù è sicuramente l'amore.

Attenzione, però!

L'amore che Gesù ci chiede non è un semplice voler bene, né tanto meno un generico buonismo, ma un preciso e deciso: "Amatevi come io vi ho amato", cioè fino a dare la vita per gli altri. Per tutti gli altri. Anche gli sconosciuti. Anche chi non ringrazia. Anche i nemici. L'amore che chiede Gesù è "pane spezzato e sangue versato". Senza l'energia dell'Eucaristia, il nostro sarà sempre un "amoruccio" da dare agli altri, quando e se ce ne va.

"Quanto ha detto il Signore, lo eseguiremo e vi presteremo ascolto", risposerò a Mosè.
"Fate questo in memoria di me", ha detto Gesù a noi.
Anche noi rispondiamo: "Quanto hai detto, Signore, noi lo eseguiamo e ti prestiamo ascolto".


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