Sentinelle del bene

XXIII Domenica del Tempo Ordinario - Anno A - 2020

Non ci si può limitare a non fare il male.

In questi mesi di Coronavirus abbiamo sentito di risposte sprezzanti, a volte minacciose o addirittura violente, per avere osato ricordare il rispetto delle norme antivirus: mascherina, igienizzazione mani, distanza. È accaduto perfino che dei vigili urbani siano stati mandati in ospedale da baldanzosi difensori del "faccio quello che mi pare". Purtroppo la convinzione "ognuno si faccia i fatti suoi" è diffusissima, come i danni che essa produce: tutto ciò che è "bene comune", dalla panchina dei giardini, al bagno pubblico, alla statua, al segnale stradale, al ..., viene ostinatamente e impunemente maltrattato, massacrato, rovinato.
C'è chi crede che questo malcostume sia da attribuire alla morale cattolica, lassista e buonista, pronta a perdonare tutto con la penitenza di tre Ave Maria e un Padre Nostro. "Infatti – dicono – nei paesi protestanti non è così. Vedi i tedeschi". Pronti a rispondere che è meno grave rovinare i raccoglitori dell'immondizia che trattare milioni di persone come immondizia, dobbiamo però riconoscere che un po' è vero: l'educazione al rispetto e alla difesa del bene comune non è stata mai centrale nel catechismo dei bambini e nelle prediche. La parola di Dio di questa domenica ci offre l'opportunità di rimediare.

Sentinelle gli uni gli altri

Il profeta Ezechiele riceve da Dio questa consegna: «O figlio dell'uomo, io ti ho posto come sentinella per la casa d'Israele...» che lo investe della responsabilità di correggere "il malvagio", a prescindere se questi accoglierà o meno l'avvertimento: «Se io dico al malvagio: "Malvagio, tu morirai", e tu non parli perché il malvagio desista dalla sua condotta, egli morirà... ma della sua morte io domanderò conto a te. Ma se tu avverti il malvagio... perché si converta ed egli non si converte.... egli morirà per la sua iniquità, ma tu ti sarai salvato». Ciò che il Signore ha detto a Ezechiele lo dice a ciascuno di noi. La "casa di Israele" è gli altri: la comunità, la società, la terra. Ognuno di noi è una sentinella a difesa del bene per «riparare l'armonia originaria della creazione», come ha scritto Papa Francesco per la Giornata Mondiale per la Cura del Creato. Questo impegno non è un cedimento alle mode ecologiste, ma una obbedienza intelligente e responsabile alla parola che, come dice san Paolo, ricapitola qualsiasi altro comandamento: «Amerai il tuo prossimo come te stesso».

Sentinelle limpide e coraggiose

Gesù non soltanto ci invita a "essere sentinelle del bene", correggendo chi sbaglia, ma ci indica anche la modalità: «Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va' e ammoniscilo fra te e lui solo..., se non ascolterà, prendi con te... due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano».
Ecco il metodo: niente mugugni e pettegolezzi dietro le spalle, ma correzione fraterna leale e coraggiosa.
Attenzione! Gesù non ci invita ad andare in giro a fare la ronda per scoprire e redarguire chi sbaglia, ma a non dimenticare che non siamo mai soli, perché i nostri pensieri, le nostre parole, le nostre azioni sono inevitabilmente o un bene o un male per altri. Non siamo un branco né una massa, ma persone singole che hanno il diritto di essere se stesse in libertà, però, come dice san Paolo, debitori gli uni gli altri «dell'amore vicendevole».

"Ma questo l'abbiamo sempre saputo, fin dal catechismo, non per nulla noi cristiani siamo sempre primi a intervenire nei casi di necessità, tanto che la Caritas è diventata una specie di Ministero". Verissimo! Però è vero anche che facciamo fatica a passare dall'elemosina, dalla buona azione a gesti di solidarietà e di impegno che le situazioni concrete richiedono. Quanti cristiani sono convinti che rispettare le distanze e indossare la mascherina è amare il prossimo come dare l'offerta al povero che tende la mano davanti alla chiesa? Siamo chiamati a essere sentinelle non di un bene astratto ma di quello che in quel dato momento "ripara l'armonia originaria della creazione", facendoci custodi dei nostri fratelli.


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