Troppe buche sulla strada

II Domenica di Avvento - Anno C - 2018

Come quelle delle città, le strade della fede si riempiono di buche e ostacoli se le trascuriamo e non interveniamo con provvedimenti tempestivi e adeguati.

Abituati al generico "in quel tempo", questa domenica seconda di Avvento ci sorprende con il vangelo che inizia in modo completamente diverso: «Nell'anno quindicesimo dell'impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell'Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell'Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto». È una meticolosa descrizione della situazione storica che ci stimola ancora una volta a far scendere la nostra fede da un generico pacchetto di idee astratte nella concretezza quotidiana della vita. Stimolo verso la concretezza che prosegue con Parola che parla di montagne e rupi da spianare, valli da colmare, sentieri da raddrizzare, burroni da riempire, vie tortuose e impervie da raddrizzare e sistemare. Sembrano le cronache dei telegiornali sulle strade di Roma e delle nostre città, sulle frane che investono vie e ferrovie, sulle colline che precipitano a valle, sui torrenti che irrompono nelle vie cittadine.
Queste segnalazioni sui dissesti delle strade non si riferiscono, ovviamente, a quelle dell'ambiente, ma a quelle che ci portano verso l'incontro con il Signore e che l'Avvento ci esorta a verificare e a sistemare. Anche queste infatti subiscono l'usura del tempo, della pigrizia, della sottovalutazione di piccoli danni che, trascurati e lasciati lì troppo a lungo, si aggravano e diventano pericolosi.

Le strade della fede da verificare e da risistemare ce le facciamo ricordare da San Paolo con una frase che le riassume tutte: tendere a essere «integri e irreprensibili per il giorno di Cristo». Le vie tortuose da raddrizzare, le carenze da riempire, le asperità da spianare sono le incertezze, le deviazioni, i ritorni in dietro, le piccole mancanze trascurate, gli impegni dimenticati... che tolgono vivacità alla nostra fede, profondità alla nostra speranza, slancio alla nostra carità, insomma... le autostrade del nostro andare incontro al Signore. Se le trascuriamo e non le "ripariamo", l'esito è quello di rimanere sempre gli stessi di Avvento in Avvento, in una situazione che, quando celebriamo il sacramento della Confessione, alla domanda: «Quali sono i tuoi peccati?», ci fa rispondere: «Padre, sempre le stesse cose». Situazione apparentemente non allarmante, che invece lo diventa e molto, se ricordiamo l'ammonimento del Signore: «Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca» (Ap 3,1).

Come evitare questa situazione? La parola di Dio di questa domenica ci ricorda che a camminare sono due protagonisti: il Signore che ci viene incontro e noi che andiamo verso di lui. Nel brano del profeta Baruc (prima lettura) è Dio che rivela la sua decisione «di spianare ogni alta montagna e le rupi perenni, di colmare le valli livellando il terreno, perché Israele proceda sicuro sotto la gloria di Dio»; è sempre lui che «ricondurrà Israele con gioia alla luce della sua gloria, con la misericordia e la giustizia che vengono da lui». Senza questa opera di Dio «i piedi, incalzati dai nemici, non sarebbero ritornati in trionfo». Con parole nostre: se non c'è Dio che ci spiana la strada verso di lui i nostri sforzi non approdano a niente.

Poi, però, arriva Giovanni Battista a darci la carica: «Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate». Con parole nostre: se ai passi di Dio non aggiungiamo i nostri nessuna buca sarà riempita e nessun inciampo sarà tolto.

Il nostro rimanere sempre gli stessi di Avvento in Avvento può derivare o dal non dare spazio ai passi di Dio, o dalla mancanza dei nostri verso di lui, oppure dalla pochezza sia di una cosa che dell'altra.
"Vegliate!". Il grido che risuona per tutto l'Avvento ci chiede di renderci conto che sono sempre troppe le buche sulla strada che ci porta all'incontro con lui, e quindi di verificare quali sono le cause che le producono e di intervenire coraggiosamente, certi che «chi semina nelle lacrime mieterà nella gioia».


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