Tutto viene perdonato ma non un Vangelo annacquato

VII Domenica del Tempo Ordinario - Anno C - 2019

Il Signore perdona tutto, ma non la riduzione della sua Parola ai nostri criteri.

«Amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l'altra... Da' a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro... Fate del bene e prestate senza sperarne nulla... Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato...».

Di fronte a una proposta di vita così sono possibili tre reazioni:
1. È utopistica e assurda. Fesso chi ci crede.
2. Bella! Magari si riuscisse a vivere così. Ci si può provare, ridimensionandola secondo i nostri criteri.
3. È parola di Dio e va presa così come è, con l'impegno umile di metterla in pratica, nonostante le cadute, i tradimenti e le incoerenze, senza arrendersi e fermarsi mai perché il traguardo è: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso».

La tentazione più pericolosa per noi credenti è la numero due, perché il Signore è «misericordioso e pietoso, lento all'ira e grande nell'amore. Non ci tratta secondo i nostri peccati e non ci ripaga secondo le nostre colpe», ma con chi cammina secondo la sua parola, non con chi si arroga il diritto di decidere al posto suo ciò che è bene e ciò che è male. Ciò, infatti, significa credere al serpente che: «Non morirete affatto! Anzi! Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male» (Gn 3,4). Dio perdona sempre chi, riconoscendo la propria debolezza, lo invoca: "Signore, perdonami, non ce l'ho fatta!". È invece "geloso" e severo con chi tenta di sostituirlo con altri dei, a cominciare dal proprio io (Es 20,5).

Purtroppo il fatto di aver ceduto troppe volte nel corso della storia alla tentazione riduzionista del messaggio evangelico ha impedito al popolo cristiano di essere in prima fila nel vivere e promuovere i valori del perdono, della nonviolenza, della gratuità, e di trovarsi in prima fila nel giustificare guerre, stragi, torture per le quali, dopo il Concilio Vaticano II, i papi hanno giustamente chiesto perdono. Nemmeno oggi noi cristiani siano sempre in linea con i valori che la proposta evangelica comporta nella vita quotidiana - la casa, il condominio, il luogo del lavoro, gli amici... - dove la fede in Gesù dovrebbe vederci impegnati a creare perdono, generosità, gratuità, nonviolenza, attenzione e saggezza nel giudicare... Lasciando da parte i grandi problemi sociali e mondiali, nei quali potremmo sentirci impossibilitati ad agire, come ci comportiamo nelle controversie che inevitabilmente nascono dovunque più persone vivono o si incontrano? Siamo i più decisi, a creare comprensione, pace, collaborazione, gratuità? Probabilmente no o non sempre.

Per vincere questa testimonianza scadente del rivoluzionario messaggio evangelico è importante superare una conoscenza semplicistica e devozionale di Gesù che con il suo "porgi l'altra guancia" vorrebbe i suoi discepoli remissivi, pronti a subire ingiustizie, a rinunciare ai propri diritti e alla propria dignità, e ad arrendersi di fronte alla prepotenza e alla violenza. Non è così. Se così fosse, il "beati gli affamati e gli assetati di giustizia" non avrebbe alcun senso. Egli non invita a subire, ma a reagire con il coraggio più genuino: la nonviolenza. Per comprendere il messaggio di Gesù, più innovativo e controcorrente è il verificare cosa ha detto, ma prima cosa ha fatto, perché egli ha testimoniato ciò che ha insegnato. Coloro che pensano ai discepoli di Gesù come a dei rassegnati, a dei vigliacchi, a dei bonaccioni ingenui e inconcludenti, dovrebbero inventare un Gesù rassegnato, vigliacco, bonaccione, perché quello vero è stato tutto diverso. Ho intitolato due miei libri: Gesù il grande rompi. Il titolo è poco elegante, ma fotografa ciò che Gesù ha fatto e ha detto contro ogni ingiustizia e falsità. È di cristiani come Gesù che il mondo ha bisogno.


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