Un contemporaneo impegnativo

XV domenica del Tempo Ordinario - Anno C - 2022

Una parabola illuminante che allarga gli orizzonti della carità, della politica, dell’economia.

Il samaritano del Vangelo, chiamato “buono” per il suo straordinario e articolato gesto di bontà: ha visto un uomo ferito e si è fermato a soccorrerlo anche se sconosciuto e religiosamente avversario, ha avuto compassione del malcapitato, gli si è fatto vicino, gli ha fasciato le ferite, versandovi olio e vino; lo ha portato in un albergo, preoccupandosi che l’albergatore ne avesse cura, è talmente noto, commentato, ammirato, indicato come modello, da sembrare inutile riproporlo per ricavarne stimoli per la fede e per la vita, come se la sua testimonianza avesse perso ormai la capacità di scuotere i credenti. Non è così. La parola di Gesù è sempre nuova e viva. Infatti la sua richiesta: «Va’ e anche tu fa’ così» è quanto di più attuale e urgente si possa trovare. Ce lo ha ricordato papa Francesco, dedicando alla parabola il secondo capitolo della sua enciclica Fratelli tutti (3 ottobre 2020), che dà incisività e profondità agli altri sette.

Scrive il Papa: «Questa parabola è un’icona illuminante, capace di mettere in evidenza l’opzione di fondo che abbiamo bisogno di compiere per ricostruire questo mondo che ci dà pena. Davanti a tanto dolore, a tante ferite, l’unica via di uscita è essere come il buon samaritano. Ogni altra scelta conduce o dalla parte dei briganti oppure da quella di coloro che passano accanto senza avere compassione del dolore dell’uomo ferito lungo la strada. La parabola ci mostra con quali iniziative si può rifare una comunità a partire da uomini e donne che fanno propria la fragilità degli altri, che non lasciano edificare una società di esclusione, ma si fanno prossimi e rialzano e riabilitano l’uomo caduto, perché il bene sia comune. Nello stesso tempo, la parabola ci mette in guardia da certi atteggiamenti di persone che guardano solo a sé stesse e non si fanno carico delle esigenze ineludibili della realtà umana» (Cap 2. 67).

O briganti, o indifferenti o “buonisamaritani”

O buonisamaritani, o indifferenti o briganti… A noi piacerebbe un’altra categoria: quelli che guardano e ammirano la parabola, ma lasciano volentieri agli altri il «va’ e anche tu fa’ così», ma questa possibilità non c’è. Per papa Francesco il samaritano è l’icona per allargare la mente e il cuore a orizzonti più vasti: ogni essere umano fratello o sorella, una economia che non abbia come fine soltanto il guadagno e come mezzo lo sfruttamento, una politica che “riunisca i popoli”, una carità che contribuisca a «progredire verso un ordine sociale e politico la cui anima sia la carità sociale». Il buon samaritano un bel racconto, quasi una poesia? No, un progetto di vita. Vedere chi è in difficoltà, aver compassione, farsi vicino, provvedere come si può alla soluzione completa del suo problema sono i percorsi efficaci per affrontare i cambiamenti e gli eventi dei tempi che viviamo.

Mere utopie?

Papa Francesco assicura che l’agire del samaritano non è utopia, ma «un esercizio alto della carità». E che questa scelta sia nelle nostre corde, lo conferma la parola di Dio, secondo la quale ciò che a volte sembra impossibile, in realtà è ciò che il nostro cuore cerca. Diceva Mosè: «Questo comando che oggi ti ordino non è troppo alto per te, né troppo lontano da te. Non è nel cielo, perché tu dica: “Chi salirà per noi in cielo, per prendercelo e farcelo udire, affinché possiamo eseguirlo?”. Non è di là dal mare, perché tu dica: “Chi attraverserà per noi il mare, per prendercelo e farcelo udire, affinché possiamo eseguirlo?”. Anzi, questa parola è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica». È sempre così. Più la richiesta del Vangelo appare lontana dalle nostre possibilità di attuazione, più essa svela ciò che è il nostro vero bene. Non c’è personaggio più attuale e vivo del viandante evangelico. Scrive papa Francesco: «Ogni giorno ci troviamo davanti alla scelta di essere buoni samaritani oppure viandanti indifferenti che passano a distanza. E se estendiamo lo sguardo alla totalità della nostra storia e al mondo nel suo insieme, tutti siamo o siamo stati come questi personaggi: tutti abbiamo qualcosa dell’uomo ferito, qualcosa dei briganti, qualcosa di quelli che passano a distanza e qualcosa del buon samaritano». Allarghiamo lo spazio del buon samaritano.


Condividi

un-contemporaneo-impegnativo.html

Articoli correlati

Newsletter

Iscriviti alla newsletter per essere sempre aggiornato su iniziative e novità editoriali
Figlie di San Paolo © 2024 All Rights Reserved.
Powered by NOVA OPERA