Un cuore che sappia distinguere il bene dal male

XVII Domenica del tempo Ordinario - Anno A - 2017

In questa XVII Domenica del tempo ordinario, la parola di Dio ci invita a chiedere nella preghiera il dono del discernimento e della coscienza vigile, non solo per chi ha la responsabilità di governare altri, cercando il bene comune, ma per ciascuno di noi, in ogni situazione della vita. 

"Signore, mio Dio – prega Salomone - concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male". Il giovane re, preoccupato dei suoi compiti di governo, pregava così, guadagnandosi il consenso compiaciuto di Dio.

A noi viene spontanea questa preghiera per coloro che ci governano a vari livelli (dai più bassi ai più alti), e nei vari campi (la politica, l'economia, la giustizia), in Italia, in Europa, nel mondo, dal momento che ormai è chiaro a tutti che le decisioni prese in Germania o in Cina o nel Congo finiscono per interessare perfino le riunioni di condominio, dove si parla di metano, di energia elettrica, di raccolta differenziata.

Questa preghiera ci viene spontanea per i governanti ed è bene elevarla incessantemente, visto che, almeno all'apparenza, non pare che molti di loro si preoccupino di ottenere un cuore saggio e intelligente.

Però la parola di Dio, anche oggi come sempre, anche a questo proposito come sempre, è per noi, interpella noi, e chiede a noi di convertirci. E allora chiediamo prima di tutto per noi, con insistenza e senza stancarci, un cuore docile che sappia distinguere il bene dal male.

Distinguere il bene dal male è infatti la grande emergenza di oggi. Non solo di oggi, ovviamente, perché "niente di nuovo sotto il sole", come dice Qoelet (1,9). Oggi, però, se la ricerca della ricchezza personale e del successo offusca la capacità di distinguere il bene dal male come ai tempi di Salomone, di nuovo e preoccupante oggi c'è l'andazzo di considerare superata e inutile la distinzione tra il bene e il male.

"Perché distinguere il bene dal male? – si pensa e si fa - Nessuno ha questa autorità e nessuno può imporla agli altri. E' bene ciò che desideri, che ti piace, che ti crea emozioni, ed è male tutto quello che queste cose non te le dà. Ognuno è libero di scegliere, senza chiedere e obbedire a nessuno, tanto meno a Dio".

Questa mentalità, sempre più diffusa e invasiva grazie alle "prediche" efficacissime dei media, è seducente, e sa di libertà e di freschezza, ma i frutti tra i giovani, ma anche tra gli adulti non cresciuti, la stanno smascherando. La disabitudine a distinguere tra il bene e il male, infatti, induce in situazioni e comportamenti devastanti: giovani che ne ammazzano un altro per vedere l'effetto che fa; che bruciano un barbone per vincere la noia; che affrontano dei rischi mortali per sfidare la sorte; che ammazzano i genitori per una paghetta negata... Certo! Delitti efferati ci sono sempre stati, ma adesso manca la consapevolezza che essi siano tali. D'altra parte come fare a stimolare la capacità di discernere se i VIP: le persone ai vertici in tutti i campi (politica, sport, spettacoli, musica...), quelli esaltati come miti e modelli, vivono al di fuori della categoria del bene e del male?

E' necessario chiedere con insistenza un cuore saggio e intelligente e impegnarsi per averlo. E' urgente ritrovare la capacità di far riflettere, di riproporre il "tesoro nascosto" della onestà, della limpidezza, della bontà, della vita basata non sulle emozioni, ma sulle convinzioni. Il regno dei cieli che Gesù ci invita a scoprire e a scegliere non è un castello incantato che troveremo "dopo", ma una realtà che lievita ogni giorno dentro la vita quotidiana, quando scegliamo il bene e rifiutiamo il male.

Per distinguerli, guardiamo i frutti, e non dimentichiamo - facendo di tutto per non farla dimenticare, anche a rischio di essere presi per arretrati e bigotti - l'altra similitudine: "Il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti".


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