Un tempo per ricreare armonia

I Domenica di Quaresima - Anno B - 2015

Abituati al racconto lungo e drammatico delle tentazioni di Gesù, quello dell'evangelista Marco un po' ci spiazza e ci sorprende. Cerchiamo di dimenticare per un attimo gli altri due e concentriamoci su questo, perché è con queste poche righe che oggi la Parola ci parla.

Due messaggi non dobbiamo perdere. Il primo: è lo Spirito a sospingere Gesù nel deserto. Lasciarsi sospingere nel deserto, il simbolo del luogo dove la vita deve ritrovare la sua essenzialità, non è una specie di trappola da evitare, ma è dono dall'alto, un'opportunità, e come tale deve essere accolta e affrontata. Marco, al posto del "fu condotto" di Matteo e Luca, adopera "fu sospinto", che induce a pensare più a un movimento interiore che a una forza che spinge dall'esterno. Il dono, ovviamente, non è la tentazione (Gesù nella sua preghiera ci invita a pregare: "non ci indurre in tentazione"), ma il deserto per conoscerla, nella triplice forma descritta da Matteo e Luca, smascherarla e vincerla. Come Gesù, che nei quaranta giorni di deserto, conosce, smaschera e supera tutte le tentazioni che avrebbe dovuto affrontare giorno per giorno nella vita che stava per iniziare (il numero quaranta è il simbolo di una generazione, della vita intera).

Il secondo messaggio è il risultato della vittoria contro la tentazione: l'armonia con se stessi, con le creature e con Dio. L'evangelista annota: Gesù "stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano". Attenzione! Queste bestie selvatiche non lo insidiano, come capita nei film in cui un malcapitato, finito in una zona desertica, deve lottare contro animali feroci e serpenti velenosi: gli fanno compagnia. Vincendo la tentazione che allontana da Dio e crea disordine, Gesù riconcilia l'umanità con la natura e con il creatore: "gli angeli lo servivano", come accadeva nell'Eden.

Arriviamo a noi. Vivere i tempi liturgici, non più supportati da consuetudini sociali, non è facile, ed è forte il rischio che anche questa Quaresima, come sicuramente ci è successo altre volte, passi senza lasciare traccia nella nostra fede e nella nostra vita?

Prendiamoci l'impegno di lasciarci sospingere dallo Spirito "nel deserto", di ricavare un po' di tempo di riflessione e di preghiera, per riprendere coscienza che la tentazione è presente anche nella nostra vita, perché Satana è sempre attivo. Questa consapevolezza, infatti, se non scomparsa, si è molto affievolita, perché "la dittatura del relativismo" - tutto è bene e tutto è male a seconda di come decidi tu - sotto alla quale viviamo, attutisce inevitabilmente anche in noi che il male c'è, e di conseguenza è necessario riconoscerlo, smascherarlo, vincerlo. Che questa mancanza di consapevolezza sia molto diffusa è evidente nel fatto che "le bestie selvatiche non stanno con noi e gli angeli non ci servono". La mancanza di armonia è una piaga del nostro tempo, nel quale non si sa più mettere insieme l'amore per i cani con quello delle persone, il rispetto delle piante con quello della vita, la condanna della violenza e della corruzione con la violenza e la corruzione che sbucano da tutte le parti.
Fermiamoci e concediamoci un po' di "deserto", per lasciarci "insegnare dal Signore le sue vie", al fine di ridare armonia alla nostra vita, risvegliata alla consapevolezza dell'esistenza del male e alla volontà di vincerlo.

L'arcobaleno di Dio, "segno dell'alleanza tra lui e la terra", e garanzia "della sua misericordia e del suo amore, che è da sempre", è sopra di noi. Questa Quaresima ci aiuti ad alzare gli occhi e a farlo scendere dentro di noi. E' nella nostra possibilità, "in virtù della risurrezione di Gesù Cristo", nella quale il battesimo, ci ha immersi.


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