10 nuovi canti per la messa di Pasqua. Una proposta musicale coinvolgente e gioiosa, adatta a tutte le assemblee liturgiche giovanili, per lodare e ringraziare il Signore nella celebrazione dell’Eucaristia.
Una messa di Pasqua nata all’interno di una comunità parrocchiale, dai suoi musicisti, per le persone che quotidianamente percorrono insieme un percorso di fede. La freschezza e l’entusiasmo di un progetto condiviso caratterizzano i 10 brani che accompagnano i riti e i vari momenti della celebrazione, con uno stile musicale leggero, coinvolgente e gioioso.
I due autori, Nicola Gaeta e Ivan Zulli, hanno chiesto al loro vescovo, Mons. Emidio Cipollone, della Diocesi di Lanciano-Ortona, la presentazione dell’opera. Così scrive: «L’inizio del Salmo 96 ci invita alla lode e al ringraziamento, caratteristiche fondamentali della preghiera, ma, nello stesso tempo, anche a far conoscere i motivi per cui lodiamo e ringraziamo il Signore! La nostra lode e il nostro ringraziamento, infatti, non possono essere solo nostri, ma devono diventare patrimonio comune: tutti devono sapere che il Signore ha compiuto meraviglie ma, anche, che il Signore le compie ancora oggi, perché il suo braccio non si è accorciato!
Anche noi, quindi, comunità cristiana del terzo millennio, qui ed ora, ci dobbiamo rendere conto di essere di fronte ad una delle meraviglie di Dio: il suo Spirito continua a suscitare, nella nostra Chiesa, Corpo mistico di Cristo e sua Sposa, carismi e ministeri, come nella comunità cristiana di Corinto, di cui ci parla San Paolo (cfr. 1Cor 12).
Nicola, Ivan e i giovani che li accompagnano, hanno ricevuto il carisma della musica e, subito, lo hanno trasformato in ministero, mettendolo a servizio della comunità! Da qui nasce il loro desiderio di lodare e ringraziare il Signore per questo dono e la loro volontà di raccontare il tutto proprio attraverso la musica ed il canto».
«Non c’è modo migliore, sulla terra, per lodare e ringraziare il Signore che farlo attraverso la celebrazione dell’Eucaristia, rendimento di grazie per eccellenza. Ivan, Nicola e i giovani hanno intuito, non tanto per i loro studi teologici quanto per la sapienza dei piccoli e degli umili, – ma io aggiungerei, anche, degli artisti! – di cui parla Gesù nel Vangelo (cfr. Mt 11, 25; Lc 10, 21), qual è il cuore della lode e del ringraziamento e, per questo, ci hanno messo fra le mani non semplicemente un video, un album di foto o una raccolta di poesie, ma una raccolta di canti per la Santa Messa! Per questa loro scelta e per la loro sensibilità di giovani credenti, come loro vescovo, desidero ringraziarli cordialmente.
Vorrei, a questo punto, sviluppare il mio pensiero intorno a tre concetti che ritengo fondamentali:
1. Dio ci sorprende sempre;
2. Dio ci chiede fedeltà;
3. Dio è la nostra gioia e la nostra forza.
Dio ci sorprende sempre: Dio, spesso e volentieri, sembra mettere in crisi i nostri pensieri e i nostri progetti, ma ci chiede di non temere, di non avere paura, di lasciarci sorprendere da Lui che, normalmente, si fa presente nella nostra vita non attraverso cose straordinarie o strane magie, ma nell’umiltà, nella povertà e nella debolezza. E, come è accaduto, lungo la storia della salvezza, per i patriarchi e i profeti, per gli apostoli e i santi ma, soprattutto, per Maria, oggi Dio ha scelto proprio loro – Nicola, Ivan e i giovani – per continuare a scrivere pagine stupende e meravigliose che possano narrare a tutti la Sua bontà e la Sua misericordia».
«Dio ci chiede fedeltà: Dio ci sorprende con il suo amore, ma ci chiede fedeltà nel seguirlo. Ci chiede di fare memoria, di ricordare (riportare all’attenzione del cuore!), per perseverare, con entusiasmo, nella fede ed avere la capacità di dire il nostro sì ogni giorno, anche quando questo sì dovesse modificare o, addirittura, sconvolgere la nostra vita… Ci chiede di non essere cristiani alla carta, a singhiozzo o ad intermittenza; di non gettare mai la spugna e di non essere un fuoco di paglia; di non andare mai sulla via del provvisorio perché questo, come dice Papa Francesco, ci ucciderebbe! Il Signore, che è sempre fedele, ci chiede una fedeltà definitiva, come quella di Gesù Sposo capace di dare la sua vita per la Chiesa e l’umanità, sua Sposa; come quella di Maria, di San Giuseppe e di tutti i Santi e le Sante.
(…) Tutto, quindi, è dono del Signore ed è Lui la nostra gioia e la nostra forza: dire grazie sarebbe così facile, eppure è così difficile! Spesso, diamo tutto per scontato! Anche con Dio!
Guardiamo all’esempio di Maria Santissima che, dopo l’annuncio dell’angelo Gabriele, come prime parole, pronuncia quelle del Magnificat: «L’anima mia magnifica il Signore ed il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore…» (Lc 1, 46-55); parole di lode e di ringraziamento, non solo per quanto Dio stava compiendo in lei, ma, anche, per quanto il Signore aveva e avrebbe operato in tutta la storia dell’umanità, trasformandola in storia della salvezza.
Concludendo, vorrei ancora ringraziare Nicola, Ivan e i giovani perché, con questa opera, quasi ci costringono a ricentrare la nostra attenzione sull’Eucaristia, fonte e culmine della vita di ogni credente (SC 10), nella e con la quale possiamo lasciarci sorprendere dal Signore, senza resistenze; possiamo essergli, più facilmente, fedeli ogni giorno; possiamo lodarlo e ringraziarlo perché è la nostra gioia e la nostra forza».