Una vita "sale e luce"

V Domenica del Tempo Ordinario - Anno A - 2020

È bella ed è vera la fede che porta dovunque più luce e sapore di quello che trova.

Terminata la proclamazione delle Beatitudini – la sintesi del messaggio evangelico – Gesù dichiara ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra... Voi siete la luce del mondo...». Sembrerebbe la classica conclusione dei predicatori: dopo l'esposizione dell'argomento si passa alle applicazioni pratiche, al proposito: "Fate i bravi, impegnatevi, mettetecela tutta a diventare sale della terra e luce del mondo". Non è così. Gesù non dice: Voi "dovete" diventare, ma voi "siete". Come si fa a esserlo? La risposta non è difficile: accettando di essere "beati" secondo la sua alternativa e provocatoria proposta. Concretamente significa che vivendo "poveri in spirito", "forti nella sofferenza, "miti", "affamati di giustizia", "misericordiosi", "puri di cuore", "operatori di pace", anche a costo di persecuzioni, si produce nella vita di ogni giorno: famiglia, lavoro, luoghi dell'impegno sociale e politico, tempo libero, relazioni interpersonali... quello che producono il sale e la luce.

Cosa producono il sale e la luce lo sappiamo benissimo, come lo sapeva Gesù e coloro che lo ascoltavano. Sale e luce portano qualcosa in più, alzano la qualità, migliorano la situazione. Il sale porta sapore, gusto, bontà. La luce porta... Non serve elencare i suoi benefici, basta pensare a cosa succede dentro di noi e intorno a noi quando arriva il buio e quando dopo anche una breve oscurità torna la luce. E sappiamo benissimo, anche come sapeva benissimo Gesù e coloro che lo ascoltavano che gli effetti del sale e della luce non si realizzano a parole, ma con il loro esserci. Cioè non parlandone, ma mettendoceli.

Abituati troppo spesso a una fede consistente in comportamenti morali basati sul "no": non dire bugie, non fare pettegolezzi, non disobbedire, non dire parolacce, non dimenticare le preghiere della sera, non saltare la Messa..., abbiamo finito per rimanere bloccati in una vita cristiana limitata a non fare il male, ma non a portare il bene, incapace perciò di incidere nella vita dei singoli e soprattutto della società, come dimostra la corruzione che si manifesta in maniera asfissiante in tutti gli ambienti di vita, teoricamente impregnati di cristianesimo, perciò del sale e della luce delle Beatitudini.

Una vita da "sale e luce". Bello! Ma è nelle nostre possibilità?
Chi erano questi discepoli ai quali Gesù attribuiva una funzione così importante? Dei superuomini e delle superdonne? Non sembra proprio. Noi ne conosciamo Dodici, i migliori, i prescelti, e questi non erano sicuramente super. Figuriamoci gli altri.
Se potevano e dovevano essere sale della terra e luce del mondo delle persone normali, sicuramente piene di difetti e passibili di errori e cadute, allora possiamo anche noi essere sale della terra e luce del mondo. Se desideriamo essere suoi discepoli non solo lo possiamo. Lo dobbiamo.

È bella ed entusiasmante una fede che crea luce e sale dove si vive e dove si opera. È stimolante vivere la fede in positivo, cercando di portare sempre un po' più sale e luce di quello che si trova, e lasciarne un po' di più di quello che si è trovato. Dovunque. Anche nei luoghi e nelle situazioni più ardue e persino in quelle refrattarie, dove più che mai largheggiano la cattiveria, la falsità, la volgarità. Vedi i social network, vedi la politica. Può sembrare sciocco suggerire di essere cristiani su Facebook, o su Twitter, o su Tik tok, o in politica. Se non qui, dove allora? In chiesa durante il Rosario e la Messa? Non di rado (e non sempre a torto) noi cristiani siamo stati considerati come quelli che intristiscono con i loro tabù, con le loro paure, con le loro lamentele i luoghi dove vivono e dove arrivano. Vivere "sale e luce" significa l'esatto contrario. In una società sempre più parolaia come quella attuale, nella quale tutti sembrano fare a gara a sproloquiare sul bene e a procurarlo con promesse e con proclami altisonanti, i discepoli di Gesù devono impegnarsi a metterlo dentro con gesti concreti, come si fa con il sale, come si fa con la luce.


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