Il secondo millennio dell'era cristiana costituisce un arco di tempo ampio e complesso, all'interno del quale la cristianità conosce sfide sempre nuove e in rapida evoluzione. Rendere accessibili e «raggiungibili» testi importanti, di autori diversi per epoca e provenienza significa entrare in contatto con opere e pensatori che sono stati punti di riferimento per intere epoche... e lo sono ancora!
L'eredità dell'antichità e dell'alto medioevo, nel secondo millennio, cresce e si sviluppa, attraverso il confronto con un mondo sempre più polifonico.
Il mondo monastico che si affaccia al nuovo millennio – e che fino ad allora era stato il custode della tradizione cristiana, attraverso la lettura della Bibbia e la riflessione sui Padri – si trova ad avere a che fare con nuovi interlocutori, che cambiano, ampliano e approfondiscono l'orizzonte entro cui si sviluppa e con cui si identifica la riflessione spirituale cristiana. Se proviamo, in quest'ottica, a immaginare un percorso che dall'undicesimo secolo rapidamente arrivi alle soglie del nostro tempo, vediamo da subito accentuarsi il confronto con gli altri monoteismi e, in modo complementare, una rinnovata presa di coscienza della natura della fede cristiana.
La riflessione che si sviluppa, seppure in molti casi lo fa attraverso il confronto polemico – quando non addirittura lo scontro fisico –, tuttavia conosce, in ogni epoca, autorevoli voci che suggeriscono il dialogo e l'incontro. Procedendo nel nostro immaginario percorso, assistiamo alla comparsa di un nuovo interlocutore eminentemente laico: dapprima quello delle università; poi via via, avanzando verso il tardo medioevo, un gruppo sempre più folto di autori che dal mondo cittadino – quello abitato dai nuovi ordini mendicanti – fa sentire la propria voce, intessendo la riflessione spirituale di note intime, quotidiane, domestiche.
La laicità fa il suo ingresso nella sfera della spiritualità, portando non solo una nuova lingua, lontana dal latino della teologia, ma anche e soprattutto una nuova dimensione del pensiero. Distante dalle questioni della filosofia scolastica, il mondo laico cerca forme più intime e interiorizzate di spiritualità e chiede al clero un dialogo e un riconoscimento, che si articolano nella predicazione e nella guida spirituale.
Arriviamo così alle soglie della modernità, che vede una vera e propria «rivoluzione copernicana», quando, in breve tempo, la cristianità conosce, da una parte, l'apertura di orizzonti geografici fino ad allora impensabili e, dall'altra, una profonda frattura al suo interno. Il Cinquecento e Seicento vedono affacciarsi, con insistenza e urgenza, le tematiche legate alla missione. Ma questi sono anche i secoli in cui l'Europa si divide in confessioni di fede diverse, all'interno delle quali si approfondisce la riflessione sull'identità cristiana, riscoprendo i grandi temi della grazia e delle opere, della cura pastorale, della predicazione, dell'intimità spirituale: Ignazio di Loyola, Lutero, Francesco di Sales, Carlo Borromeo, Fénelon sono autori apparentemente schierati su fronti opposti, ma in realtà accomunati da una rinnovata profondità spirituale, che non è anacronistico (anzi sarebbe ideologico il contrario) leggere con uguale interesse e passione.
Sappiamo che il cammino verso il dialogo ecumenico fu lungo e travagliato ed è per questo che il nostro immaginario percorso si articola cercandone le tracce e andando a riscoprire anche il mondo della Chiesa russa e orientale, che, solo apparentemente isolata e ieraticamente statica, sviluppò invece al suo interno una vivace riflessione su temi affini e complementari a quelli dell'Occidente, con il quale intrattenne sempre un tacito dialogo.
Risalendo rapidamente i secoli, vediamo ancora la cristianità impegnata nelle nuove sfide della modernità: la società urbana, le condizioni di povertà dei lavoratori, la secolarizzazione. Giungiamo così al ventesimo secolo e a quegli autori che hanno scritto nella tragica temperie delle guerre mondiali e restituiscono alla coscienza del nostro tempo un grido mai sopito – ed eppure ancora spesso drammaticamente inascoltato – sulla dignità dell'uomo e sul valore non negoziabile della sua libertà «di figlio».
Quando si tratta di studiare il pensiero e la riflessione spirituale, va guardato con timore e sospetto il tentativo di identificare troppo rapidamente schemi comprensivi e definitori. La collana, infatti, non intende raccogliere diversi autori per raggruppamenti cronologici, geografici, tematici: non intende, insomma, divenire una grande raccolta antologica composta su binari predisposti. L'intento è, al contrario, quello di mostrare lo sviluppo di quel filo rosso che raccoglie le opere più significative e attuali dei pensatori cristiani che sono stati punti di riferimento per gli uomini del secondo millennio, e continuano a esserlo per chiunque oggi avverta l'esigenza di attingere alla freschezza delle verità più profonde.
Un filo rosso è cosa ben diversa da un binario e per essere tale deve avere lo spazio di svilupparsi in movimenti e volute; per questo un lettore che leggesse in ordine uno dopo l'altro i volumi della collana scoprirebbe che ognuno di essi costituisce una voce assolutamente singolare, una testimonianza unica, che può trovarsi accostata a testi molto differenti e distanti per sensibilità, tempo, luogo. Infatti, è dal dialogo tra voci diverse – e non dal loro incasellamento – che emergono orizzonti tematici, ambiti di riflessione, piani trasversali di confronto.
In un mondo in cui la cultura sembra sempre più legata a un linguaggio sintetico, immediato, empatico ma spesso superficiale (e quindi anaffettivo nel senso proprio del termine) questa collana intende, invece, realizzare una trasmissione del sapere che possa parlare al cuore dell'uomo e porsi all'interno di quella autentica tradizione cristiana che, attraverso i secoli, sempre ha costruito identità – ma non innalzato barriere – e nutrito coscienze – ma non alimentato ideologie.
ELENA TEALDI collabora con le Paoline da settembre 2011 e dirige la Collana Letture cristiane del secondo millennio da gennaio 2013. Ha conseguito nel 2012 il dottorato di ricerca in Storia del cristianesimo presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove tuttora collabora con il Dipartimento di Scienze Religiose. Studia presso l'Istituto Superiore di Scienze Religiose di Milano e insegna alle scuole medie. Ha pubblicato con l'editrice Vita e Pensiero l'edizione critica di Giovanni di Rupescissa, Vademecum in tribulatione (Milano 2015).