4. Estate d'autore

Spiritualità

Anselm Grün e Tomáš Halík sono i due "maestri dello spirito" che ci prendono per mano in questa quarta tappa di "Estate d'autore" che ha come tema la spiritualità. Tema vasto, ampio, tutto da scoprire, che nel nostro percorso attraversa la musica polifonica rinascimentale per arrivare alla tonaca bianca di Toni Servillo nel bellissimo film di Roberto Andò.

Questa volta partiamo al rovescio e, prima di parlare dei miei amati libri, in questa calda estate d'agosto vi consiglio di mettervi in un posto al fresco, cuffiette alle orecchie, e godervi l'ascolto di Il canto degli angeli: 5 CD, raccolti in un elegante cofanetto, con una vasta selezione di brani rinascimentali a carattere sacro di autori come Palestrina, De Victoria, Lasso, Hassler... I brani sono eseguiti dal gruppo lombardo Amici Cantores, specializzato nel canto a cappella, e sono pregevolissimi da ascoltare.
il canto degli angeli paoline pCon la mente mi immagino nella penombra di qualche storica chiesa o cappella romana e inevitabilmente scivolo nella preghiera... ma dopotutto il tema di questo nostro quarto appuntamento è proprio la "spiritualità".

Un tema "smisurato" e anche apparentemente scontato per un editore cattolico. Eppure c'è sempre molto da scoprire al riguardo e, per farlo, ci affidiamo non solo alla musica ma anche a due "maestri dello Spirito" conosciuti, stimati, e "esageratamente letti e pubblicati", tanto da far apparire forse poco originale la nostra scelta. Maggiormente conosciuto il monaco benedettino tedesco Anselm Grün, meno noto al pubblico italiano il prete teologo, filosofo e psicanalista Tomáš Halík, vissuto in Cecoslovacchia sotto il regime comunista.
Se da una parte la scelta evidenzia sentieri ben conosciuti nella trattazione dell'argomento, dall'altra mi auguro di esprimere e far notare la singolarità del punto di vista dei due autori.

Spiritualità, psicanalisi e filosofia

Il tema "spiritualità" è affrontato attraverso la lente della psicanalisi e della filosofia, due prospettive che dialogano bene insieme al nostro tema, tenuto conto che la spiritualità cristiana è una spiritualità "incarnata" e, per questo, guarda in faccia anche i problemi, i dubbi, le incertezze, le sofferenze e le paure che attanagliano noi uomini e donne del nostro tempo. Dio si fa nostro compagno di viaggio, ci raggiunge sulle nostre strade per compiere insieme un itinerario: anche se egli non allevia sempre "materialmente" le nostre fatiche e non guarisce le nostre ferite, di sicuro le abita, le attraversa e le "porta" assieme noi.

Il cammino spirituale è intriso della nostra umanità, un'umanità divenuta "luogo e dimora" in cui Dio abita stabilmente, se noi glielo consentiamo. Percorrere il sentiero che porta verso Dio consiste allora, a mio parere, nell'inabissarsi anche nell'oscurità della nostra anima per sperimentare la "dolce divina Presenza", là dove risiedono le forze oscure, ma anche la quiete e il silenzio; là dove i nostri desideri più intimi trovano di che dissetarsi e acquietarsi e dove la persona può esistere in piena libertà e fiducia. 

Naturalmente il cammino per giungere in questo luogo intimo e segreto, che potremmo identificare con la terra promessa, dove scorre latte e miele e dove zampilla l'acqua della vita, non è così semplice. Vi si arriva, spesso, dopo aver attraversato un lunghissimo e arido deserto. Da questa traversata non siamo sempre certi di uscire vivi e vegeti, potremmo essere messi a dura prova dalla lotta, dalla calura e dalla penuria. La mancanza di quasi tutto e lo spogliarci di tutto ci lascia in una "nudità" che potrebbe incutere paura a noi stessi oltre che agli altri, a meno che Dio non passi, veda la nostra nudità e la copra con il suo mantello per fare con noi un nuovo patto nuziale:

«Passai vicino a te e ti vidi; ecco, la tua età era l'età dell'amore; io stesi il lembo del mio mantello su di te e coprii la tua nudità; giurai alleanza con te, dice il Signore Dio, e divenisti mia. Ti lavai con acqua, ti ripulii del sangue e ti unsi con olio; ti vestii di ricami, ti calzai di pelle di tasso, ti cinsi il capo di bisso e ti ricoprii di seta; ti adornai di gioielli: ti misi braccialetti ai polsi e una collana al collo: misi al tuo naso un anello, orecchini agli orecchi e una splendida corona sul tuo capo» (Ez 16,8-12).

Questo è quello che mi è venuto in mente, ascoltando la musica e lasciandomi interpellare dalle copertine e dai titoli dei libri: Risanare le ferite dell'anima, La notte del confessore, Fare a meno di Dio?.

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Le ragioni della fede e dell'ateismo

Fare a meno di Dio? segue una sua specifica traiettoria e si discosta decisamente dalla consueta trattazione del tema, benché inserito nella collana "spiritualità" della casa Editrice Queriniana. Il dialogo a due voci tra Anselm Grün e Tomáš Halík alterna le esperienze vissute dai due protagonisti, riguardo la loro conversione al cristianesimo, con una serie di argomentazioni filosofiche ed esistenziali sul credere e sul cammino di fede, nel costante confronto con le provocazioni dell'ateismo contemporaneo e, in particolare, con il testo di Nietzsche proposto come incipit.
I due autori raccontano il loro percorso di credenti: più lineare quello di Grün, molto più complesso e articolato quello di Halík. Il libro si apre con il prologo dell'uomo folle di Nietzsche che annuncia: «Dio è morto». Tomàs Halìk si chiede: «Quale Dio è morto?»; probabilmente è morta solo una certa immagine di Dio. Una tale citazione non fa che evidenziare la prospettiva da cui parte Halìk. Il nucleo centrale e il filo che si dipana nel testo è proprio il confronto con l'ateismo critico e la domanda se questo possa aiutare la fede dei cristiani e se potrà mai esistere un dialogo corretto tra fede e mancanza di fede, tra fiducia e dubbio.

Il filosofo Halìk parla della sua vita giovanile durante il regime comunista a Praga, al tempo in cui operava nella chiesa clandestina e degli «esordi individualisti della conversione, negli anni in cui era in gioco la sopravvivenza della Chiesa, ma anche successivamente, quando, in condizioni sociali radicalmente cambiate, al centro del suo vivere c'era la Chiesa piuttosto che Gesù Cristo. Indubbiamente la Chiesa è molto importante per la fede: la nostra fede personale vi si inserisce come una tessera in un mosaico. La Chiesa offre un contesto, protegge dalle unilateralità e dal pericolo del dilettantismo, offre una base solida sulla quale si può costruire... tuttavia, la Chiesa è solo un ponte che è necessario per avanzare, e non la meta». Terminata l'esperienza del comunismo e acquisita la libertà di professare la propria fede all'interno della Chiesa ufficiale, dopo undici anni di sacerdozio nella Chiesa sotterranea, non sono mancati momenti per lui difficili e prove che hanno messo a rischio il suo credere.

Un po' spiazzata da questo raccontare la propria esperienza di fede, percorro il testo alla ricerca di punti di riferimento e di prossimità spirituale, scegliendo alcune frasi che possano delineare l'humus in cui la sua esperienza divenga riconoscibile e leggibile da chiunque crede. Evidenzio alcune espressioni che fanno risuonare la novità del Vangelo, oltre che far percepire l'eco dei grandi mistici – quali Giovanni della Croce e Thérèse di Lisieux –che hanno illuminato le "notti" del nostro Autore:

  • la verità della notte, l'ora in cui il mondo sembra essere profondo, più profondo del giorno;
  • il cristianesimo di Gesù – l'unico cristianesimo riconosciuto da Nietzsche - non una nuova fede, un nuovo convincimento, ma una nuova vita, una pratica, anzi la pratica di un amore illimitato;
  • la fede, non un'ideologia ma un cammino – e non certo definitivo. Iniziare a credere significa entrare nella nube del mistero e accettare la sfida di immergersi profondamente in essa;
  • sulla via di una fede viva si trovano delle "notti oscure" e, anche dal punto di vista della storia, si assiste a dei momenti in cui gli uomini sperimentano delle "notti oscure collettive dell'anima";
  • il legame tra fede e ragione rende possibile un dialogo tra culture e religioni, costituisce una prevenzione della violenza, è il fondamento della libertà di religione e di coscienza;
  • dalla fede non mi aspetto solo risposte ma anche il coraggio di insistere a restare nello spazio aperto della domanda, nella nube oscura del mistero;
  • la fede è intesa come cammino, come dramma della lotta tra peccato e grazia, tra luce e le tenebre.

Conclusionela notte del confessore paoline p

Ancora una volta non ho saputo concentrare la mia attenzione verso tutti i prodotti selezionati e gli stessi autori sono stati penalizzati. Ci tenevo, infatti, a presentare bene anche l'altro libro di Halík, La notte del confessore. La fede cristiana in un tempo di incertezza, dove l'autore introduce alla comprensione dei problemi della religione e del mondo contemporaneo attraverso due parole chiave: "crisi" e "mistero pasquale". Un libro idoneo per interpretare i tempi incerti in cui viviamo... ma manca lo spazio per parlarne. È, un mio difetto, perdonatemi, mi lascio trascinare senza accorgermene, a voce come nello scrivere, dalle cose che mi colpiscono. E poi il tempo passa, le battute dell'articolo scarseggiano e io devo chiudere il pezzo.

Non posso però non finire citando il bellissimo film di Roberto Andò Le confessioni. Il grande e magnifico attore Toni Servillo incarna la figura di un monaco certosino invitato ad un raduno del G8. Con la sua tonaca bianca, la sua presenza silenziosa e orante, occupa in modo prorompente la scena, inquietando e mettendo a disagio i potenti e interpellando le coscienze.

Con le parole del regista termino il nostro appuntamento:

«Ho cercato un luogo dove esterno e interno si confondessero. Un luogo che, suo malgrado, fosse di suspense, dove potesse accadere qualcosa di moralmente rilevante. Il segreto e la sua custodia sono gli elementi cardine del potere. Un potere che si isola, che non comunica, è necessariamente metafisico, lo è suo malgrado».

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Fare a meno di Dio?
Se fede e incredulità si cercano

"I dubbi mettono in guardia la mia fede dall'adagiarsi in un sistema di credenze", Anselm Grün. "Anche il dubbio che non ha il coraggio di dubitare di se stesso, che respinge gli stimoli che provengono dal mondo della fede, potrebbe finire nel cinismo e nell'amarezza...", Tomáš Halìk.

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La notte del confessore
La fede cristiana in un tempo di incertezza

Il libro scaturisce dall'esperienza dell'Autore che, trascorrendo molte ore in confessionale, ha potuto toccare con mano delusioni, vuoti interiori, crisi del "sistema religioso". Da quì l'invito a vivere le crisi, anche religiose, come opportunità di rinnovamento.

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Le confessioni

Siamo in Germania, in un albergo di lusso dove sta per riunirsi un G8 dei ministri dell'economia pronto ad adottare una manovra segreta che avrà conseguenze molto pesanti per alcuni paesi.

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Il canto degli angeli
Polifonia sacra

Il cofanetto contiene 5 CD. Una vasta selezione di brani rinascimentali, a carattere sacro, di grandi musicisti (da Palestrina a De Victoria, da Lasso ad Hassler) che copre i tempi forti dell'Anno liturgico. I brani sono eseguiti dal gruppo lombardo Amici Cantores, specializzato nel canto a cappella.

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