A cosa pensa un Editore al femminile come noi, in occasione di un anniversario tutto al femminile come l'8 marzo? E in un momento storico così drammaticamente segnato da una cultura caratterizzata dalla non-vita, dalla non-accoglienza, dalla non-tenerezza, dalla non-generatività?
Ci guardiamo attorno e non possiamo non desiderare di essere parte di una rivoluzione dell'umano... quella rivoluzione della tenerezza che papa Francesco invoca continuamente e che ci sentiamo interpellate a generare. Una rivoluzione dal basso, come ogni rivoluzione, che con la forza del pensiero, della cultura, della formazione delle coscienze scardini il disumano; e lo scardini da ogni più piccola e banale decisione, atteggiamento, scelta, azione in cui, quasi senza sapere come, esso si annida.
Attorno a noi vediamo le ferite profonde che ogni giorno, in ogni istante, la tenerezza subisce, e non solo dalla violenza – sarebbe ovvio –, ma dalla superficialità, dalla distrazione, dalla fretta, dall'individualismo, dal bisogno di sicurezza, dalla paura dell'altro.
Noi stesse ci sentiamo ferite da ciò che ferisce e uccide la tenerezza e l'umano. Ognuna di noi freme di sdegno quando un'altra donna, sorella in umanità, viene ferita, violata, uccisa nella sua dignità. Quando la vita e la tenerezza viene piegata al silenzio e alla morte.
8 marzo, per noi Paoline, è ribadire una posizione chiara a favore di tutto ciò che è profondamente umano: è bellezza, è custodia della fragilità, è femminilità, è delicatezza, è intuito, è donna... e donna, per noi, è madre... sempre!
Ed è per questo che ci vengono in mente coloro che ogni giorno, con noi, impugnano penne, pennelli, tastiere, idee, parole, note, concetti, competenze, progetti e scelgono di costruire una cultura della vita, dell'accoglienza, della tenerezza, della generatività, della responsabilità, della speranza, della dignità.
Pensiamo a tutti i volti, le storie, i sogni di chi in più modi sta lavorando con noi per un futuro più umano.
E in fondo, dietro e dentro ai libri (per piccoli e grandi). tra gli spazi e le righe di un pentagramma, altro non c'è se non i volti e le storie, i sogni e i valori, le preoccupazioni e le speranze di chi anche attraverso parole, note e colori genera vita, feconda un'umanità nuova, pone nella storia il germe del futuro.
Grazie alle nostre autrici, illustratrici, musiciste, compositrici, traduttrici... impossibile menzionare per numero.
E grazie alle protagoniste delle nostre storie che si sono lasciate avvicinare e hanno affidato la loro storia alle pagine di chi scrive e al cuore di chi accoglie.
Ma grazie anche alle «donne invisibili» che instancabilmente tessono, come una preziosa tela, testi, partiture, schede, contratti, copertine, proposte... Penso alle redattrici, alle editor, alle grafiche; a chi lavora in segreteria e chi in amministrazione; chi nella promozione e chi a tu per tu con gli autori e i loro diritti; chi nelle librerie e chi nel mondo social...
Donne che ogni giorno diventano madri della coscienza di migliaia di lettori.
Donne il cui grembo non sarà mai sterile, perché madri di figli di cui forse non conosceranno mai il volto, mai il nome, ma che avranno nutrito con penne, pennelli, pentagramma e... cuore.