Una chiesa nata da un “voto” di riconoscenza

Visione di pace di Don Alberione/2

Il Santuario "Beata Maria Vergine Regina degli Apostoli" è la risposta concreta e riconoscente di Don Giacomo Alberione alla protezione che la Madre di Dio, durante la Seconda guerra mondiale, ha esteso a tutti i membri dei vari istituti della Famiglia Paolina, sparsi nei vari contenenti.

Don Alberione... Ha vissuto l'esperienza della guerra

Dal nascere della sua opera fondazionale, 1914 anno di fondazione della Società San Paolo e 1915 fondazione delle Figlie di San Paolo, fino alla fine della Seconda guerra mondiale 1945, incluso il periodo immediatamente post bellico, Don Alberione ha vissuto l'esperienza della guerra in modo intenso, come tutte le persone del suo tempo, e in modo estensivo come fondatore per la responsabilità che sentiva nei confronti dei membri e delle opere degli istituti da lui fondati.
Nel volumetto Abundantes Divitiae Gratiae Suae, n. 48, scritto da Don Alberione (1954) - in terza persona, leggiamo:

«L'istituzione nasceva nel 1914 tra profondi rivolgimenti. Alla fine di luglio – aveva appena preso gli impegni d'acquisto della tipografia – avvennero le prime dichiarazioni di guerra [N.B. l'Austria dichiarò guerra alla Serbia il 28 luglio 1914, n.d.a], a cui seguì una conflagrazione mondiale. Francesco Giuseppe [imperatore d'Austria, n.d.a] non aveva accolto l'invito e le preghiere di Pio X per la pace».

Ha sperimentato direttamente le disastrose conseguenze della guerra e le difficoltà esterne e interne alla vita delle nascenti comunità Paoline. Nell'Appendice del volumetto appena citato leggiamo:

«Quelli furono gli anni in cui solo la fede e l'amore a Dio sostennero quei primi figli di San Paolo. ... la guerra mondiale del 1914-1918 fu per l'Istituto prova così difficile che, l'ultima guerra (1938-1945), vi si può paragonare come l'uno al cinque...» (Abundantes Divitiae, n. 205).

Queste parole colpiscono perché, usando quel paragone e pensando a quanto sia stata crudele, violenta e distruttiva la Seconda guerra mondiale, fanno capire il livello e l'intensità delle difficoltà che Don Alberione ha vissuto agli inizi della sua opera.
Quando esplode il secondo conflitto mondiale, la Famiglia Paolina era ormai presente nei vari continenti. Don Alberione si trova nella terribile situazione di dover rispondere, in qualche modo, alle ansie e preoccupazioni dei suoi figli e figlie presenti nei paesi in guerra. Scultoree e coraggiose sono le sue parole, certamente dettate da una fede straordinaria:

«Rimanete tutti al vostro posto, fate tutto come prima, nei limiti del possibile. Affido la vostra vita alla Regina degli Apostoli. Se ci salverà, erigeremo per lei un tempio degno delle sue misericordie». (don Renato Perino, Nata da un voto una grande chiesa, in Orizzonti, 12 dicembre 1954).

I collaboratori più vicini a lui raccontano l'evolversi del "voto" e come questo prese forma a seguito di un bombardamento su Roma, il 28 dicembre 1943, verso le ore 14.00.

In estrema sintesi: Uno stormo di bombardieri, da Ostia verso Roma, avanza e si avvicina alle case paoline... Al suono delle sirene Don Alberione si dirige subito verso la casa delle suore, quando, a metà strada, una bomba cade a pochissimi metri da lui lasciandolo illeso... Illese pure le suore: tra loro né vittime né ferite, nonostante una bomba avesse fatto crollare l'edificio sopra il rifugio, dove si erano riparate, ostruendo la via di fuga, ma una seconda bomba apre loro il varco. Allora, il "voto" di Don Alberione, nel contesto accennato, acquista ulteriore forza e determinazione:

«Maria, Madre e Regina degli Apostoli, se salverai tutte le vite dei nostri e delle nostre, qui costruiremo una chiesa al tuo nome».

Il "qui"..., raccontano i suoi collaboratori, localizza il luogo dove era caduta la bomba e, nella costruzione della chiesa, il "qui..." corrisponde al centro del pavimento, ed è compreso – riferendoci al Santuario, livello superiore della Basilica – nella scritta circolare che esprime i motivi della dedicazione del Tempio e la data della consacrazione (8 dicembre 1954).
Il racconto prosegue. Terminata la guerra (25 aprile 1945) si fa la conta. «Non una sola persona appartenente alla Famiglia Paolina era deceduta o aveva riportato menomazioni fisiche... la Madonna aveva fatto la sua parte». Quindi, anche Don Alberione e i Paolini fanno la loro parte. Nonostante le complicate difficoltà economiche e i problemi causati dalla configurazione del terreno, nel maggio del 1945 Don Alberione dà il via per la costruzione di un grandioso Tempio dedicato alla Regina degli Apostoli: «Maria ha mantenuto la sua promessa, noi dobbiamo mantenere la nostra...». Davvero grande fede da parte di Don Alberione.


Maestoso monumento alla pace

Santuario Regina degli Apostoli, Roma - foto B.CapalboMi piace presentare questa chiesa, elencata tra le basiliche minori di Roma, come un maestoso monumento alla pace.
Una chiesa, di stile barocco romano, ubicata nella zona Sud di Roma, tra la Montagnola, l'EUR e la Basilica di San Paolo fuori le mura, costruita a tre livelli di culto negli anni immediatamente dopo la Seconda guerra mondiale e consacrata nel 1954, è nata da un "voto" alla Regina degli Apostoli. È il "voto" della riconoscenza di figli e figlie Paolini, il luogo dove - dice Don Alberione - si proclamerà la Parola di Dio e si celebrerà l'Eucaristia..., il luogo dove... tutti troveranno pace, salute, salvezza...
Da essa sgorga una catechesi globale che, partendo dall'esperienza bellica, ricorda cosa significhi guerra, e illustra soprattutto il contenuto della pace nella visione di Alberione e, di conseguenza, quale sia il percorso da fare per raggiungerla e vivere in essa.
Tutto in questa Basilica - architettura, mosaici, affreschi, parole, arredo - si incastra in un'armonia di segni e di simboli e riconduce verticalmente (dal basso verso l'alto della Basilica e viceversa) alla storia della salvezza dalla Genesi all'Apocalisse; orizzontalmente porta a vivere da salvati, a stringere le mani al prossimo, a essere Chiesa.
Una storia in cui spicca al centro, in tutto il suo splendore, il Signore Gesù Cristo, senso primo e ultimo della storia e contenuto della Pace tra gli uomini.
Ma la peculiarità del Santuario "Beata Maria Vergine Regina degli Apostoli" è che la storia raccontata passa attraverso la mediazione di Maria madre di Gesù e Regina degli Apostoli. La presenza del "femminile" accompagna la comunicazione visualizzata a ogni livello della Basilica: Cripta, Sotto-Cripta, Santuario...

(continua)


La visione di pace di Don Alberione

 1. Due battiti nel cuore:"Dio e l'umanità!"
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