Siate lieti nel Signore

Lectio divina sulla lettera ai Filippesi

Paolo apostolo ha sempre amato molto la comunità cristiana di Filippi da lui stesso fondata. Come usava fare nel momento in cui i suoi viaggi lo portavano lontano, come un padre chi si preoccupa dei figli, scrive loro per confortarli, rassicurarli e stimolarli. Si coglie in questo scritto la profondità della gioia: quella del padre fondatore e quella dei credenti che possono essere "sempre lieti nel Signore".

La vita ha una meta sicura

Questo testo manifesta il particolare legame tra Paolo e i filippesi che l'hanno accolto e hanno risposto con la fede alla sua predicazione. L'apostolo si trova in prigione per amore del Vangelo che predica, ma non abbandona mai la consapevolezza di avere ricevuto da Dio grazie a Gesù Cristo tutto ciò che lo rende pienamente sazio di gioia.

Come tutti anche Paolo talvolta si volge indietro, al suo passato e conclude che tutto ciò che era, che poteva essere, rango, prestigio, meta di ambizioni e desideri, tutto è spazzatura in confronto a ciò che il Signore è e dona. Ha davanti a sé una meta sola che attira il suo sguardo, la sua anima e il suo amore e verso quella corre. Annota umilmente: "Non però che io abbia già conquistato il premio o sia ormai giunto alla perfezione; solo però mi sforzo di conquistarlo perché anch'io sono stato conquistato da Gesù Cristo".

Gesù è il Signore!

Questa intensa esperienza è radicata nell'intera vicenda di Gesù che Paolo sintetizza citando un inno che la comunità conosce già. In esso si dice che Cristo Gesù, forma divina, si fece trovare come servo, obbediente alla sua umanità fino alla morte di croce, e che per questo Dio gli ha dato il nome supremo, quello per cui ogni lingua potrà dire che "Gesù il Signore". Sono questi i sentimenti che tutti i filippesi sono chiamati a vivere per essere una cosa sola tra loro e con Cristo.

Una gioia che rende affabili con tutti

In un tempo difficile come quello attuale possono essere di grande conforto le parole dell'apostolo: "Rallegratevi nel Signore, sempre, ve lo ripeto ancora, rallegratevi!". Non è un invito all'allegria rumorosa e superficiale, ma alla gioia profonda di chi sa che la propria vita non è mai inutile, ha una meta, assaggia già ora le primizie dell'appartenere al Signore.

Anna Maria Canopi, abbadessa benedettina, ancora un volta guida con le sue meditazioni ad assaporare questa gioia.


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