Cammini inediti...

Dialogando sulla vita religiosa femminile

Parlare di vita religiosa e in particolare di vita religiosa femminile sembra fuori dai contesti dell'attualità, anche se spesso proprio a religiose donne si associano luoghi e iniziative di promozione umana e culturale, di solidarietà e di concretezza che, proprio perché molto concreti e quotidiani, non suscitano stupore.

Però non è di questo silenzio che l'Autrice tratta in queste pagine dense e a volte scomode, bensì del senso profondo della vita religiosa femminile.
Come tutte le esperienze umane profonde, anche la vita religiosa ha bisogno di riscoprire e di difendere continuamente il senso del suo esserci e, per farlo, deve ripercorrere le strade a ritroso, per ritrovare le proprie radici e re-interpretare l'intuizione profetica, frutto di una ricerca costante delle Madri della vita religiosa; sì, perché - scrive l'Autrice - «la vita religiosa femminile è stata spesso guardata e filtrata alla luce di parametri e modelli maschili, quasi che una vita religiosa femminile non potesse avere un suo volto se non disegnato sul modello maschile».

Per questo uno dei primi capitoli di questo saggio si intitola Genealogia femminile e richiama nomi di donne che hanno aperto strade di sequela, di annuncio, di liberazione; si parla spesso dei padri del deserto, ma nel deserto anche le donne hanno camminato, hanno contemplato, hanno predicato con coraggio e franchezza, denunciando ogni forma di ambiguità, ogni rischio di compromesso e rivendicando il valore della differenza piuttosto che la sicurezza dell'omologazione.

Ci sono parole in questo saggio che diventano pietre d'inciampo perché esigono di essere lette nel loro significato più profondo; una di queste è la parola Mistero, una parola che nell'accezione comune ha ormai perso tutto o quasi tutto il suo significato e quindi anche il suo fascino. Il mistero non è qualcosa di oscuro da capire a tutti i costi per esorcizzare la paura di non poterlo dominare. Il Mistero è Dio, è la Vita che spinge verso il compimento, è l'ambiente che ci avvolge e che non deve essere capito ma accolto: solo così diventa luminoso.

Il Mistero non si domina con la razionalità; per questo la donna è più familiare al Mistero, perché non è quasi mai la sola razionalità a guidare le scelte e i percorsi femminili. Il Mistero, proprio perché Vita, non può che essere ricerca intensa che si alimenta ascoltando la realtà reale delle donne e degli uomini che camminano con noi.
Le donne di solito non hanno paura della realtà perché difficilmente a loro basta il dato razionale e i concetti puri. E proprio la forza con cui l'Autrice sottolinea la parola realtà reale dice l'urgenza che la vita religiosa cammini sempre dentro le realtà di dolore e di fatica dell'umanità, per non perdere la sua differenza.

A questa parola se ne aggancia un'altra, molto forte, che l'Autrice mutua ancora dalla genealogia femminile: donne "compazienti". È l'Autrice stessa che anticipa la domanda: perché compazienti e non compassionevoli? Questa parola - compazienti - «dice meglio... la trama dei cinque sensi in sintonia e in dialogo con le sensibilità dell'anima, propria dell'umano adulto: tra sentimenti e passioni, virtù e desiderio delle donne di creare legami d'amore, di giustizia e di pace... Ricordiamoci che la maggior parte delle donne non è mai stata codarda, soprattutto quando le donne stanno insieme. Non si sono mai nascoste; e quasi tutte, se sbagliano, è solo per "il molto amore"».

Nell'ultimo capitolo viene indicata una possibile strada: prendersi cura del sacro senza mai dimenticare il contatto con il profano, perché la gloria di Dio è la persona vivente, anima e corpo, appunto!

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