Come voce di sottile silenzio

Interiorità e rapporto con Dio

"Il vortice di infinita tenerezza di cui l'uomo è impastato e cui tende invincibilmente ad aspirare gli dà un senso di urgenza che spesso si manifesta in ansia, tensione, infelicità. L'uomo cerca la serenità, ha bisogno di avere fiducia e la via è l'abbandono nelle mani di Qualcuno che lo ama e che è onnipotente". Sono parole dell'autore di questo scritto e ben ne riassumono il senso e lo spirito.

Ciò che si cerca senza sosta non è prodotto dall'essere umano stesso: è un dono ricevuto e si assapora sempre più se ci si mette in gioco e non ci si stanca di cercare nella giusta direzione.

Il desiderio insopprimibile

Ognuno sa per sé di essere sempre proteso verso qualcosa di più grande di ciò che si ha e si è. Si cerca spesso di indirizzare questo desiderio costitutivo dell'esistere umano verso obiettivi che risultano deludenti o almeno precari. Si ha la sensazione che niente basti perché in fondo si ambisce a una cosa sola: essere felici pienamente e per sempre. Dio non è la risposta immediata come se fosse una parola magica. L'incontro con Dio è generato dall'incontro tra due libertà: Dio dona liberamente e senza limiti, ma si deve scegliere di volere questo dono, fiduciosi che in esso si realizzi ciò per cui si è stati creati. Se si cercasse un Dio che sia esattamente e prontamente la soluzione di ogni difficoltà e di ogni inquietudine, ci si ingannerebbe. La tentazione permanente, infatti, è quella di volere un Dio a nostra immagine e somiglianza, un Dio take away, un servo ai nostri ordini che deve darci ciò che chiediamo. Dio invece è libertà. Si manifesta nelle cose grandi e piccole della vita e lo si scorge proprio nel momento in cui smette di volerlo secondo la propria aspettativa.

Chi insegna la strada giusta?

La vita del credente è sempre ancorata alla meta di cui si scorgono i segni, ma è anche sempre cammino. Il viaggio alla ricerca di Dio non è mai finito perché Egli è sempre più grande, presente e sempre oltre. La strada per accoglierlo e andargli incontro ha indicazioni certe: i testi biblici e particolarmente i vangeli. Non a caso Gesù presenta se stesso come la Via: il Dio dei cristiani, infatti, non è un essere astratto da raggiungere con raffinatezze filosofiche. È il Dio di Gesù il quale si fa compagno di strada, sostentamento e compagnia mentre si viaggia e si è ancora lontani da casa. È il Dio dei segni di perdono e di guarigione, di rispetto e di perdono, del raccontarsi l'un l'altro come si sia felici quando se ne scorge, magari per un solo istante, lo splendore.

La vicinanza che rende umani gli umani

Cesare Falletti è un vero maestro di vita spirituale. La sua biografia segnala una sorta di crescendo vocazionale. Prima prete poi monaco cistercense, vita cenobitica e vita di solitaria contemplazione, è testimone di un guardare continuamente oltre ma con i piedi per terra, amico delle cose del cielo come di quelle della ordinarietà secondo lo spirito di San Benedetto. Le sue parole semplici e profonde prendono per mano il lettore perché possa a sua volta viaggiare in compagnia della Parola Santa, scoprendo che non vi è felicità più grande del metterla in pratica.

Le tappe scandite dallo svolgimento sono come gradini per intensificare l'intimità con Dio il quale, pur lontano è sempre prossimo a ciascuno. Ancora parole sue: "Il mistero di Dio non sta solo nella sua trascendenza, ma soprattutto nel fatto che ci è vicino come uomo, vicino a ogni uomo in modo unico e che questa vicinanza ci rende veramente uomini".


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