Qualsiasi sia il concetto che ognuno ha di sé, può equivocarsi.
Può sempre sbagliare.
Perché siamo fallibili, perché è faticoso giungere alla piena conoscenza di sé.
Essa suppone una forte e limpida capacità di verità;
si appoggia sull'osservare e sull'osservarsi con consapevolezza,
superando facili scuse o invalidi pretesti.
La conclusione più precisa di questa conoscenza
sarà l'ammettere che, pur nella bellezza di una stupenda origine
e di una interessante storia personale, siamo 'piccola cosa'.
Soprattutto dobbiamo tutti tener presente che siamo 'opera di Dio'.

Egli ci ha chiamato all'esistenza.
Su quel piccolo grumo ha infuso il suo alito
e siamo diventati persone pensanti, credibili, creative,
capaci di un lavoro minuto e di opere grandiose.
E da allora continua ad amarci, ci cerca, ci insegue;
non gliela fa a stare senza di noi; siamo per lui indispensabili.
In questo nostro tempo dominano delusione,
scoraggiamento per le molteplici disavventure di famiglia,
spesso sociali, politiche, nazionali ed estere.

Nel suo amore per noi Dio si mette a nostro servizio;
avvolge la nostra piccolezza
con il manto del suo grande, infinito,
travolgente e coinvolgente amore.

Pensiero di Starec Moisej, in: Rimanete nel mio amore, Paoline, e commento di Biancarosa Magliano.