"La cordialità sgorga dal cuore" (Rocco Quaglia).
"Si vede bene solo con il cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
Questa notissima asserzione del simpatico protagonista
del noto libro Il piccolo Principe, di De Saint Exupéry,
è la controprova del fatto che la cordialità fluisce da quell'organo 'sacro'
che chiamiamo cuore e che costituisce con l'intelligenza e la volontà
gli elementi identitari della persona umana.
Di esso hanno scritto in molti.
"Il cuore è una ricchezza che non si vende e non si compra; la si dona.." (G. Flaubert).
E il dono ha le sue esigenze; tra di esse, la cordialità.
Essere cordiali equivale ad agire nel confronto del prossimo
con un misto di simpatia, rispetto e amabilità, garbo e cortesia,
benignità e benevolenza, gentilezza e affabilità.
Per questo non ci si sofferma sui limiti, pur reali;
anzi si creano vincoli autentici che perdurano nel tempo
e inducono a una partecipazione alle gioie e alle sofferenze altrui,
libera da ogni interesse egoistico, che inquinerebbe il tutto.
E' il parlare di Gesù che, secondo papa Francesco,
'guarda gli orizzonti', sempre consola, incoraggia, perdona.
"Alzati!" dice al paralitico; "Va' in pace!" all'adultera; "Non abbiate paura!" agli apostoli.
E richiama la donna troppo affaccendata: "Marta, Marta, tu ti affanni...".
Nessuna neppur minima ombra di rigidità. Soltanto cordialità.
Pensiero di Rocco Quaglia, in: Vivere la benevolenza, Paoline, commento di Biancarosa Magliano
L'autore ci offre una puntuale riflessione sul sentimento della benevolenza analizzato attraverso la lettura, in chiave psicologica, di alcuni brani evangelici e nei rapporti sociali. Dopo aver analizzato gli altri otto «gusti» del frutto dello Spirito Santo (cfr. Gal 5,22), dimostra che il quinto «gusto», la Benevolenza, è una disposizione d'animo capace di «sentire il bene» che è insito nelle cose e nelle persone.
acquista