Perdonare è una sfida

Misericordia in pillole

"Perdonare è spesso una sfida gigantesca..." (Ermes Ronchi).

"Perdonare non è ignorare ma trasformare:
cioè Dio deve entrare in questo mondo
e opporre all'oceano dell'ingiustizia
un oceano più grande del bene e dell'amore" (Benedetto XVI).

Una affermazione che riconosce la vastità di ogni ingiustizia.
E l'esigenza di una altrettanta 'forza oceanica'
per diventare capaci di perdono.
Offendere il prossimo è andare contro la sua esistenza;
è ignorare la sua dignità, il suo diritto alla verità e all'amore,
alla pazienza e alla benevolenza.

Per questo perdonare non è facile.
Deve intervenire una motivazione più alta:
perdono perché Dio lo vuole e dà la forza per farlo;
è disponibile a dare la sua grazia, la 'sua' forza:
perdonare è 'la prova più evidente dell'amore di un essere umano per Dio'.
Perdona veramente chi si aggrappa al Dio
che nel suo Figlio Gesù ci ha insegnato a pregare:
"perdona a noi... come noi perdoniamo...".

Pertanto il nostro perdono non rimane vincolato
alla nostra generosità, ma alla circolarità dell'amore di Dio.
Egli perdona, noi perdoniamo e l'amore circola e si espande.
Il perdono offerto con gioia e piena consapevolezza
non sarà vissuto come un annientamento di sé,
ma come una porta di risurrezione,
un accedere in una nuova situazione di vita;
sarà una porta verso una espansione d'amore
ed entrare nel mondo della pace, del cuore tranquillo,
forse silenzioso perché rappacificato.

Pensiero di Ermes Ronchi, in: Rimanete nel mio amore, Paoline, e commento di Biancarosa Magliano.


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