Dio non chiede l'impossibile.
Per questo Gesù, Figlio di Dio e Maestro per noi,
in quel prezioso momento in cui insegna a pregare,
propone come preghiera il Padre nostro.
In esso sono inserite le parole:
"perdona a noi... come noi perdoniamo".
Dio sa che ogni persona umana è capace di grandezze,
perché è capace di entrare in sé e scoprire, ammettere e accogliere,
vivere la propria verità, le proprie potenzialità.
Se c'è stata una offesa nei propri confronti, perché negarla?
La verità deve essere ammessa comunque,
anche se negativa, pesante, svilente.
Questo sarebbe il 'piegarsi' del quale parla David W. Schell
nel suo libro Mettiamoci una pietra sopra.

E' il riconoscimento del proprio limite,
della propria suscettibilità, che non è certamente
una virtù o una dote psicologica.
Gesù propone di andare oltre, di 'non spezzarsi',
non rinchiudersi nel proprio io ferito, sicuri che prima di noi,
i martiri, i santi hanno assunto e vissuto il perdono
come propria regola di vita.

"Io credo che dalla vita si possa ricavare
qualcosa di positivo in tutte le circostanze,
ma che si abbia il diritto di affermarlo solo
se personalmente non si sfugge alle circostanze peggiori".

Lo ha lasciato scritto Etty Hillesum, 'martire' ad Aushwitz.

Pensiero di David Shell, in: Mettiamoci una pietra sopra, Paoline, commento di Biancarosa Magliano