Sto con Cristo

Misericordia in pillole

"Sto con Cristo che è liberatore" (Felice Scalia).

Gesù, un giorno a pranzo in casa di un fariseo,
lascia che una donna, nota prostituta,
gli lavi i piedi con le sue lacrime
e li asciughi con i suoi capelli.
Gesù va oltre le usanze - o le leggi - del perbenismo farisaico.
Va oltre un meschino buon senso, le opportunità,
le tradizioni patriarcali seguite dai farisei.
Egli ha posto il suo trono nel cuore dell'uomo,
di ogni uomo e di ogni donna vivente sul pianeta terra,
e per questo può perdonare quello di cui la persona si pente
e risvegliare in esso una serena e forte capacità d'amare.
Egli, scrigno della tenerezza di Dio, è redentore
e ha il potere di instaurare in ogni cuore umano il regno dell'amore,
della tenerezza, della fraternità, della vicinanza, dell'amicizia, della gioia.
Ha il potere di renderci diversi, di liberarci
dalle nostre stupide meschinità o anchilosanti simpatie;
ha il potere, se lo lasciamo fare, di cambiarci da persone
che si lasciano abbagliare da inutilità o disvalori a persone
che puntano sull'essenziale costituito oggi dall'attenzione al povero,
al disabile, al rifugiato, al profugo, all'anziano, al diverso.
Allora davvero l'indifferenza non avrà presa su di noi.

Pensiero di Felice Scalia, in: La misericordia si è fatta tenerezza, Paoline, e commento di Biancarosa Magliano


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