"Vedere il bene è di per sé fonte di gioia" (Rocco Quaglia).
Scrive l'evangelista Luca:
"Mentre diceva questo, una donna dalla folla
alzò la voce e gli disse:
«Beato il grembo che ti ha portato
e il seno che ti ha allattato!».(Lc 11,27).
Dal vangelo la prova di quanto è affermato:
una donna è testimone del bene
compiuto da Gesù ed è un tripudio di gioia...
Una mamma in attesa, accarezzava il proprio grembo...
Due sposi si trattenevano in un delizioso gesto di mutua tenerezza...
Un signore e una donna anziana assistiti con rispetto...
Un vigile che orienta i passanti...
sono tutti gesti carichi di umanità, di 'bene'.
E quel prato in fiore coperto di rugiada in un fresco mattino,
quel giglio fiorito nel posto e nel momento giusto...
Quel dipinto... quella scultura...
Michelangelo con un blocco di marmo danneggiato
realizzò la statua di David...
Ovunque il guardo giro scopro
e capisco che di 'bene' è cosparsa la terra.
E ne gioisco.
Ci sono fragilità, debolezze, inadeguatezze,
ma non sono l'assoluto.
Esiste ovunque 'qualcosa di buono e integro,
di non corrotto e non selvaggio,
estraneo all'odio e alla paura...'.
Esiste ovunque una remota possibilità di bene.
E per questo mi sento bene. Sto bene. Gioisco.
Pensiero di Rocco Quaglia, in: Vivere la benevolenza, Paoline, commento di Biancarosa Magliano
L'autore ci offre una puntuale riflessione sul sentimento della benevolenza analizzato attraverso la lettura, in chiave psicologica, di alcuni brani evangelici e nei rapporti sociali. Dopo aver analizzato gli altri otto «gusti» del frutto dello Spirito Santo (cfr. Gal 5,22), dimostra che il quinto «gusto», la Benevolenza, è una disposizione d'animo capace di «sentire il bene» che è insito nelle cose e nelle persone.