Al di là del cielo

Una storia straordinaria di amicizia

Gianni Baini è affetto fin dalla nascita da una forte disabilità, ma ama la vita e l'amicizia, ed è proprio dall'incontro con l'amico Luigi Falco che è nata l'idea di condividere i valori della sua storia personale.

Un incontro speciale

Ho conosciuto Gianni diversi anni or sono, forse dodici o tredici, ma non credo abbia molta importanza la data esatta. In una domenica autunnale come tante altre ero nella chiesa di Santa Cecilia alla Pace, una piccola parrocchia del comune aretino di Foiano della Chiana, in attesa che iniziasse la celebrazione eucaristica. Non mancava molto all'arrivo del nostro parroco don Delio, quando intravedo in lontananza la cara amica Giovanna, la catechista amata da tutti i giovanissimi della nostra comunità parrocchiale. Alta, bionda, con il solito sorriso stampato sulle labbra accompagnava un ragazzo su una sedia a rotelle. (...)

Gioco di sguardi

Quello che mi colpì, in questo incontro fugace ma intenso, fu la forte stretta di mano e il suo sguardo sicuro nonostante il mio evidente imbarazzo. Probabilmente l'impatto fisico della carrozzina mi aveva intimorito, determinando una sensazione di smarrimento e di impaccio. Mi sentivo a disagio e, con tutta la buona volontà, non riuscivo a trovare argomenti per instaurare un dialogo. Avevo di fronte un disabile adulto ed ero assalito da mille dubbi sul migliore atteggiamento da assumere. La mia mente era avvolta da una fitta nebbia che di lì a poco si sarebbe diradata grazie all'intuito del mio particolare interlocutore. Gianni, infatti, con il suo sesto senso, percependo la situazione riuscì a rompere il ghiaccio e senza indugio alcuno cominciò a farmi delle domande...

Una svolta

Tutto cambiò un giorno quando Gianni, assalito da una forte crisi d'identità, mi travolse con una richiesta che mai avrei immaginato di poter accogliere.
«Luigi, ti devo parlare. Ho bisogno di te , mi disse Gianni nel piazzale antistante alla nostra chiesa. «Gianni, cosa ti è successo?» gli chiesi preoccupato. «Sto attraversando un brutto periodo e sento il desiderio di condividere con te quello che provo». Potete immaginare la mia apprensione. Finché il legame affettivo si consuma alle giuste distanze e non determina il coinvolgimento emotivo è facile affrontare tanti argomenti.

Ma di fronte a una richiesta diretta, come quella di Gianni, il pensiero corre senza meta alla ricerca di spiegazioni razionali. "Perché ha scelto me? Quali sono le motivazioni che lo hanno spinto a superare la sua timidezza endemica?". Mille interrogativi in attesa del colloquio che di lì a poco si sarebbe svolto. «Sono in crisi con me stesso e con la mia famiglia. Non riesco a vedere, nonostante la fede, una luce nel tunnel buio della mia vita». Questo appello di Gianni mi arrivò diritto al cuore, ma continuavo a non capire. «Luigi, sei un insegnante di sostegno e credo tu abbia una preparazione adeguata sui problemi dell'handicap. Chi più di te è in grado di aiutarmi?» «Gianni, non vorrei deluderti, ma non sono convinto di poter sollevare il tuo peso esistenziale. Sì, sono un docente di supporto ai diversamente abili, fiero di ricoprire questo ruolo, ma la mia preparazione è un continuo divenire. Ogni giorno tra i banchi di scuola vedo scorrere i fotogrammi di storie personali anonime e coraggiose».

La fiducia

«Proprio per questo sei la persona adatta. Da come mi parli delle tue esperienze avverto una sensibilità fuori del comune. Ho tanti amici e conoscenti, non mi sarei rivolto a te se non avessi avvertito un senso di accoglienza reale». «Ti ringrazio per questi complimenti, ma così su due
piedi faccio fatica a comprendere il tuo smarrimento. Mi sembri una persona solare, per niente volta all'arrendevolezza. Sei pienamente orgoglioso delle tue sfide e parli volentieri delle tue incredibili avventure. Ti sei lanciato in tandem con il paracadute, ami correre in pista, ti piace il nuoto... Hai molto da insegnarci». «L'apparenza può trarre in inganno. Un cristallo, per quanto prezioso, può frantumarsi in mille pezzi se lasciato in bilico».(...) Salutai Gianni tramortito dalla sua istanza e intontito dall'idea di essere stato in qualche modo prescelto. Gli promisi che nei giorni seguenti sarei passato da casa sua e ne avremmo parlato a quattrocchi. Nelle successive ore navigavo a vista alla ricerca di un'idea, di un'ipotesi, quando ebbi un'intuizione che riferii prontamente a Gianni.

L'idea

«Sarebbe bello poter scrivere una sorta di diario per coloro che non conoscono tanti dettagli della tua vita. Potrebbe essere una grande occasione per diffondere la tua storia e le tue peripezie. Una vera miniera di sapienza per amici e conoscenti». «La mia storia? Le mie avventure? Sarebbe veramente fantastico... » Leggevo negli occhi di Gianni lo stupore per una simile proposta e contemporaneamente la frenesia per pianificare il lavoro da svolgere. Non avevo le idee molto chiare sulla strada da intraprendere e sinceramente non mi ero mai cimentato in un'attività di scrittura così impegnativa. Sentivo, tuttavia, di aver raggiunto un primo obiettivo, ovvero quello di motivare il mio nuovo fragile amico. Fu così che mi misi subito al lavoro. Iniziai a frequentare con assiduità la casa di Gianni, conobbi i genitori e il fratello Ivan. Entrai con discrezione nel focolare domestico, condividendo con il nucleo familiare il piano che avevamo in cantiere. Negli ultimi mesi del 2009 la nostra amicizia crebbe, soprattutto per questo mandato cui sentivo di dover adempiere.

Venire alla luce

Mi entusiasmava il progetto di scrittura e non vedevo l'ora di riempire di contenuti le pagine ancora bianche del testo. Io e Gianni, approfittando dei luoghi e dei tempi a nostra disposizione, diventammo inseparabili. Non esitavo a portare Gianni con me in piscina o al supermercato, a casa come in paese. Ciò che contava era parlarsi in tutte le circostanze. Ogni occasione d'incontro era la benvenuta e ci dava la possibilità di riflettere sui temi più disparati: dalla nascita all'adolescenza, dalla famiglia alle passioni, dalla fede all'amicizia, dalle gioie alle sofferenze, dall'accoglienza all'assistenza e così via. Questo scambio empatico ha fatto venire alla luce il ritratto nascosto di Gianni.

Da: Al di là del cielo. Una storia straordinaria di amicizia, Gianni Baini-Luigi Falco Paoline, pp.9-13.


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